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Stato di New York: road trip nella natura

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Sebbene tanti identifichino New York unicamente come la grande metropoli che tutti conosciamo grazie a film, telefilm e libri, lo Stato di New York è molto più di questo. Un road trip scenico a poche ore dalla Grande Mela vi trasporterà in un luogo completamente diverso, diametralmente opposto dalla metropoli alla quale siamo abituati a pensare.

Road trip autunnale nello stato di New York - Foresta vista dall'alto
Il foliage autunnale negli Adirondacks è assolutamente spettacolare!

Vi siete mai preparati mentalmente a un viaggio di circa quattro ore, immaginando che sarà noiosissimo? Uno di quegli spostamenti “inutili”, per i quali accumuliamo centinaia di file musicali, una busta grande così di snack e bibite per sgranocchiare senza doversi fermare (per non allungare ulteriormente il viaggio)?
Anche io lo avevo fatto.

Sapevo che una volta giunta a destinazione avrei avuto la possibilità di esplorare i mille volti di quest’area, dai percorsi naturalistici negli Adirondack ai laghi, fino ai grandi campi che hanno fatto la storia di questo vasto parco, di cui vi ho già raccontato nel mio post su un road trip autunnale in questi luoghi dalla natura selvaggia.

Quello che tuttavia non mi aspettavo minimamente era mettere da parte ogni cosa per poter guardare il panorama che mi circondava. Non soltanto una strada panoramica, ma cerbiatti che pascolavano placidamente, affatto spaventati dalle auto, scoiattoli che giocavano a rincorrersi e la quasi totale assenza di quel “rumore urbano” a cui siamo tristemente abituati.

Il modo migliore per esplorare gli Adirondacks è noleggiare un’auto. Fate clic qui per un preventivo. Si tratta del servizio che usiamo ormai: tariffe bassissime e nessun problema. Date un’occhiata!

Come vi ho già raccontato, nel Parco Nazionale dei Monti Adirondack vi sono regole severissime che vietano anche l’affissione di mega cartelloni pubblicitari. Perciò dimenticate Starbucks, Mcdonald’s e Walmart e mettiamoci in cammino per un road trip che ci farà scoprire una delle zone più belle e incontaminate degli Stati Uniti d’America.

Capanne in legno dei great camps a nord di New York City
Lo Stato di New York nasconde tante meraviglie…

Gli Adirondack e i Great Camps

La prima tappa del nostro viaggio negli Adirondack prevede una sosta a Raquette Lake. Vi assicuro che non vi sembrerà neanche di essere ancora nello Stato di New York. Strade piccole e silenziose incorniciano un lago diviso da un altro, ancora più piccolo, che nei primi anni del ‘900 ha visto arrivare dozzine di battelli a vapore carichi di persone benestanti. Si trattava infatti di una zona nella quale le ricche famiglie di New York venivano a trascorrere le vacanze.

Per esplorare al meglio i campi vacanze (Great Camps) in puro “stile Adirondack” è consigliabile concedersi una crociera sul lago con la Raquette Lake Navigation. Siamo stati invitati a bordo dal Capitano Dean Pohl e da sua moglie Donna per una crociera di mezza giornata con pranzo. Questa compagnia a conduzione familiare lavora in questo settore da oltre 26 anni, con la nave W. W. Durant.

Il Capitano, per chi mastica bene l’inglese, è una fonte inesauribile di informazioni storiche su tutta la zona. La crociera infatti segue le sponde del lago, raccontando la storia dei campi, costruiti nell’epoca d’oro in modo da essere quasi invisibili a meno di non essere vicini alle strutture. Si trattava di un tipo di architettura “ecologica”, precorritrice di un’architettura più moderna, che non rovinasse l’ambiente naturale.

La Raquette Lake Navigation offre crociere serali con cena, crociere con pranzo per esplorare il lago, e per chi ne ha voglia o possibilità… crociere di nozze, per sposarsi sull’acqua!

Acquistando un biglietto d’ingresso all’Adirondack Experience (di cui parleremo più avanti) è inoltre possibile ottenere uno sconto di 2$ sul biglietto d’ingresso al Great Camp Sagamore e per una crociera a bordo della W. W. Durant.

Canoe tradizionali degli Adirondacks al Great Camp Sagamore
Gli Adirondacks sono storicamente uno dei posti preferiti dagli americani per le vacanze

Great Camp Sagamore

Arrivare al Great Camp Sagamore, se non siete dotati di un buon GPS e non conoscete la zona, può essere difficoltoso. C’è da percorrere infatti qualche chilometro di sterrato in mezzo ai boschi, seguendo indicazioni che troverete soltanto più avanti lungo la strada, e a un certo punto vi troverete… nel mezzo del nulla. Come noi.

Arrivati davanti a un cancello in legno ben chiuso, oltre il quale vi era un ponte di legno per superare un ruscello, siamo rimasti interdetti. Forse avevamo sbagliato strada? Le costruzioni in legno non si vedevano e avevamo paura di sconfinare in una proprietà privata. L’arrivo provvidenziale di una fotografa intenta a scattare meravigliose immagini della natura che ci circondava ci ha reso tutto più chiaro.

Il Great Camp Sagamore, in passato denominato “Sagamore Lodge”, fu costruito da William West Durant, figlio di quel Thomas che fu vice presidente della Union Pacific Railroad. Il suo visionario concetto di campo vacanze per famiglie benestanti provenienti da tutto lo Stato di New York era proprio questo: nascondere le strutture del lodge in mezzo alla foresta, regalando così agli ospiti l’impressione di trovarsi isolati dal resto del mondo.

Autunno in America - panchina con foglie autunnali
Per evitare la folla che si raduna nel New England è meglio visitare gli Adirondacks

Thomas Durant affidò tutte le sue fortune al proprio figlio, che esattamente come il genitore con la ferrovia, sembrò sviluppare quasi un’ossessione per questo progetto. Il progetto del Great Camp Sagamore è stato infatti studiato nei minimi dettagli.

Quando W.W. Durant arrivò qui, questa era soltanto una zona selvaggia nella quale abitavano poche persone, che per lo più lavoravano come taglialegna. Il progetto del campo ha portato lavoro e attirato l’attenzione delle grandi masse di turisti.

I materiali coi quali sono stati costruiti gli edifici del Sagamore sono stati scelti con cura da W.W. Durant: tutto doveva armonizzarsi con la natura circostante. Persino le pietre per la costruzione dei grandi caminetti venivano numerate: se Durant non era contento del risultato, non esitava a far abbattere il manufatto perché si ricominciasse. Questo, purtroppo, fece lievitare i costi di costruzione a dismisura.

Eppure lo “stile Adirondack” che conosciamo oggi, quello che negli anni è diventato un trend in tutta la regione, è stato inventato proprio qui, al Great Camp Sagamore, da W. W. Durant.

Nei primi anni del ‘900 le ricche famiglie di New York volevano vivere un’esperienza da pionieri, pur nell’agiatezza alla quale erano abituati in città. Per arrivare al Great Camp Sagamore dalla Grand Central Station di Manhattan ci volevano ben 23 ore di viaggio. Un’altra delle trovate geniali di Durant. Dopo una serie di cambi di treno, gli ospiti si imbarcavano su un battello a vapore.

Man mano che si avvicinavano al campo, la foresta sembrava aprirsi come un sipario, consentendogli di vedere il magnifico edificio principale. Eppure il battello non veniva fatto attraccare lì davanti. Al contrario, Durant aveva previsto che percorressero le ultime miglia in carrozza, arrivando al campo mediante l’ingresso secondario, l’unico dal quale si accede oggi al parcheggio per le auto.

In un’epoca in cui neanche a New York tutti avevano certi lussi, gli ospiti del Great Camp Sagamore disponevano di acqua calda corrente ed elettricità. Ogni famiglia aveva una campanella per chiamare un maggiordomo dal quale farsi servire ostriche e champagne, se lo desiderava.

Tuttavia il complicato viaggio per arrivare al lodge faceva credere agli ospiti di essere approdati in un mondo completamente diverso rispetto alla metropoli alla quale erano abituati. Più selvaggio e lontano dal caos cittadino.

Una cassa di liquore antica trasformata in un cassetto al Great Camp Sagamore
Niente andava sprecato: una vecchia cassa per liquori usata dal fabbro al Great Camp Sagamore come cassetto per gli attrezzi

A causa degli enormi debiti accumulati e di una causa legale intentatagli da sua sorella, W. W. Durant è stato costretto a vendere il Great Camp Sagamore per un terzo rispetto ai costi da lui sostenuti per costruirlo. L’acquirente era Alfred G. Vanderbilt, giovane milionario di New York, la cui famiglia aveva costruito la Grand Central Station e una serie di alberghi di lusso in tutti gli Stati Uniti d’America.

Alfred si era sposato da poco ed a soli 22 anni voleva usare il campo come luogo di ritrovo per feste e vacanze con i suoi amici di Yale. Ma sua moglie non apprezzava la quiete di questi posti e pertanto decise di lasciarlo. Nonostante fosse proprietario di tante ville, anche in Europa, Alfred decise di rintanarsi al Great Camp Sagamore ogni volta che ne aveva la possibilità, per allontanarsi il più possibile dai paparazzi che lo assediavano. La sua seconda moglie, Margaret Emerson McKim, al contrario, si innamorò subito del Great Camp Sagamore.

Il concetto di W. W. Durant, quello di un luogo di vacanze per un massimo di due famiglie, si rivelò però obsoleto: Alfred e Margaret decisero di aggiungere altre costruzioni per accogliere un numero maggiore di ospiti. Margaret volle apportare inoltre alcune altre sostanziali migliorie. La sala da pranzo progettata dal precedente proprietario era piccola e senza finestre.

Lei la fece ampliare, aggiungendo una serie di vetrate che avrebbero consentito agli ospiti di gustare i pasti osservando il lago e la foresta. La sala ristorante è rimasta l’unica struttura del campo a interagire con il Sagamore Lake in modo diretto.

La pista da bowling più antica sulla East Coast Americana
Al Great Camp Sagamore c’è una pista da bowling antichissima

Margaret svolgeva molte attività di volontariato, soprattutto con i veterani di guerra. A quei tempi si pensava che il metodo migliore per guarire le loro cicatrici mentali fosse distrarli con un qualsiasi tipo di sport, possibilmente all’aperto. Fu così che al Great Camp Sagamore venne costruita una magnifica sala da bowling, interamente in legno e ancora oggi funzionante (come potete vedere nel video in cima a questa pagina).

Alle spalle del Campo un piccolo villaggio di edifici colorati di un’allegra sfumatura di rosso ospitava i dipendenti. Durant aveva pensato a ogni cosa: c’era la bottega del fabbro, una rimessa per le carrozze, stalle per i cavalli, ma anche una piccola fattoria e un campo coltivato, i cui prodotti venivano serviti freschi agli ospiti del Great Camp Sagamore.

Tra gli edifici che ospitavano lo staff, anche una piccola scuola. W. W. Durant, il vero pioniere degli Adirondack, voleva che i figli dei dipendenti imparassero a leggere e scrivere, prima di inviarli a scuola, in licei purtroppo abbastanza lontani da rendere necessario che si trasferissero a vivere altrove.

Dopo aver rischiato la demolizione a causa di una serie di cavilli legali, un’associazione di appassionati ha deciso di farsene carico. Migliaia di persone oggi sostengono il Great Camp Sagamore. Ci sono ospiti che ritornano qui in vacanza da oltre vent’anni!

Il campo oggi ha una capienza di circa 70 ospiti e una ventina di membri dello staff. Per lo più si tratta di studenti universitari impegnati a prestare servizio per stage o perché appassionati della storia di questo campo. Resta aperto da maggio fino a metà ottobre, ed organizza, grazie a un’associazione esterna, molti corsi di formazione. Si va dalla fotografia alla forgiatura del metallo, fino alla costruzione delle lunghe canoe di legno tipiche degli Adirondack.

Una farfalla su un campo di fiori rossi in primavera negli Adirondacks
L’autunno è la migliore stagione per visitare gli Adirondacks

Blue Mountain Lake e l’Adirondack Experience Museum

Nel corso degli anni Blue Mountain Lake è diventato una sorta di hub culturale, non solo per la storia degli Adirondack ma dell’intero Stato di New York. Qui è infatti situato il museo interattivo Adirondack Experience, aperto, come molte altre attività da queste parti, da maggio a metà ottobre.

Con oltre duemila metri quadri di spazi espositivi, attività all’aperto, fotografie e videogiochi, questo museo, la cui nuova ala interattiva è stata aperta soltanto nell’estate 2017, è diventato il punto di riferimento dell’intera regione. I biglietti costano 20$ per persona, con riduzioni previste per studenti e anziani. Possono essere acquistati online e sono validi per una seconda visita entro una settimana dalla prima obliterazione.

La nuova area visitabile all’interno del museo è intitolata “Life in the Adirondacks” (la vita negli Adirondack) e serve come punto di partenza, per poi spostarsi nelle altre zone di questo museo interattivo.

Un video introduce i visitatori alle bellezze dei monti Adirondack, in una sala a tema con uno schermo curvo, per offrire un’esperienza il più possibile immersiva. All’interno della nuova ala abbiamo trovato auto, diligenze, barche, canoe e persino un vagone di un treno, nel quale è possibile entrare per visionare la ricostruzione degli ambienti interni.

Strada solitaria durante un road trip americano in autunno
Il nord dello Stato di New York si trasforma in un mondo da fiaba in autunno!

Il tema principale di questa parte del museo, la prima di cinque zone tematiche, è il modo in cui negli anni i turisti, ma anche i visitatori più famosi come Teddy Roosevelt, arrivavano negli Adirondack.

La seconda zona tematica invece è dedicata interamente alle tribù di nativi americani Mohawk e Abenaki, con mostre fotografiche e artistiche, ma anche interessantissimi video che raccontano la cultura di queste popolazioni, la cui impronta è ancora presente in tutta la regione.

La terza area esplora i modi in cui i pionieri e i primi abitanti vivevano negli Adirondack, ed è strettamente legata alla quarta, il cui tema è “Working in the Wilderness“. Un lavoro non sempre facile, tra miniere, fittissimi boschi, ma anche animali selvatici e temperature che in inverno scendono abbondantemente sotto lo zero.

L’ultima sezione invece è dedicata al Parco Nazionale dei Monti Adirondack, un vero e proprio atto d’amore che dà voce alle diverse prospettive delle persone che qui vivono e lavorano, o che ritornano tutti gli anni per passare le vacanze.

Barche a remi nei monti Adirondack in autunno (USA)
Negli Adirondack non troverete solo le tradizionali canoe dalla forma oblunga!

Prima di andare via i visitatori sono incoraggiati a condividere il loro ricordo preferito, un momento della visita che li ha particolarmente colpiti, su un dispositivo multimediale che trasferisce la scritta su una serie di foglie. In questo lago virtuale sempre in mostra sono già migliaia le foglie che galleggiano, con dediche da parte di viaggiatori di tutto il mondo.

Ci è piaciuto davvero molto questo museo adatto a grandi e piccini, soprattutto per il modo in cui cerca di coinvolgere i visitatori, perché comprendano, provandola mediante esperienze il più possibile realistiche, cosa significa vivere negli Adirondack. In ogni area è possibile toccare, vedere, esplorare, ma anche giocare.

Mediante l’utilizzo di videogiochi interattivi si potrà infatti provare a remare su una canoa, oppure spingere i tronchi lungo le rapide perché arrivino a valle. Il biglietto aperto, utilizzabile entro una settimana per una seconda visita, è il modo perfetto per potersi godere l’intero museo, anche quando è maggiormente affollato, senza fretta e senza rischiare di perdersi qualcosa.

Appena usciti da Life in the Adirondack fermatevi a guardare le fioriere intorno alle quali svolazzano dozzine di farfalle anche di notevoli dimensioni. Il magnifico Blue Mountain Lake, incorniciato non solo da foreste, ma anche dai fiori piantati qui dallo staff del museo, vi sembrerà ancora più bello!

Sala interna in legno al The Hedges nello Stato di New York
Una delle magnifiche sale storiche al The Hedges

The Hedges

Non credo di aver mai conosciuto una persona innamorata del suo lavoro come Larry Grossman, General Manager del Campo The Hedges, situato sulle sponde del Blue Mountain Lake. Sin dal nostro arrivo in questo lodge, che rispetto al Great Camp Sagamore sembra trasudare il lusso dei tempi d’oro, con un curatissimo stile vintage dal sapore molto elegante, abbiamo incontrato solo e unicamente volti sorridenti.

Dall’addetta alla reception, una vivace e simpaticissima insegnante di spagnolo, ai membri dello staff, fino agli ospiti, tutti al The Hedges sembravano… tremendamente felici di essere lì. Quando abbiamo conosciuto Larry abbiamo capito il perché. E’ facile innamorarsi di un posto come The Hedges. Sembra essere saltato fuori da un libro di fiabe antiche, un luogo fuori dal mondo che trasmette serenità.

Il concetto di “campo vacanze per famiglie benestanti” è lo stesso del Great Camp Sagamore. Anche qui si ha la possibilità di interagire con gli altri, o di godersi semplicemente un po’ di tempo immersi nella natura. Le baite, tra cui alcune fronte lago, sono vicine, ma lasciano agli ospiti la necessaria privacy, anche grazie a grandi cespugli fioriti… persino in tardo autunno. Il segreto di questa magia non ci è stato rivelato, ma deve avere a che fare con l’amore infinito di Larry per questo posto.

Arrivato qui con sua moglie come ospite, ha con lei deciso di tornare ogni anno. Proprio come fanno moltissimi clienti del The Hedges, tanto da rendere estremamente difficile (contattate il lodge con molto anticipo se volete soggiornare qui!) trovare una stanza libera per dormire. C’è chi prenota di anno in anno sempre la stessa stanza… da oltre vent’anni! E io che pensavo certe cose accadessero solo in occasione del Lucca Comics in Italia!

Ebbene, quando la proprietaria ha avuto bisogno di una mano nella gestione di un posto che, per ovvi motivi, richiede tanto amore quanto lavoro, Larry e sua moglie si sono immediatamente offerti di aiutarla. Hanno chiuso la loro ditta di giardinaggio a New York e si sono trasferiti in pianta stabile al The Hedges. Non si sono mai pentiti di questa decisione.

Avrei voluto che vedeste l’espressione di Larry mentre ci mostrava le diverse stanze che compongono questo meraviglioso complesso immerso nella natura, raccontandoci di com’è orgoglioso di potersene prendere cura. Confidandoci, con un pizzico di timidezza, che gli dispiace sempre quando gli ospiti vanno via, per tornare a casa. Ma poi si ricorda che casa sua è questo posto magnifico e gli si riempie il cuore di gioia.

Di ognuno dei nostri viaggi ricordiamo volti, momenti, emozioni. Uno dei ricordi più belli che abbiamo del nostro viaggio negli Adirondacks, è stato conoscere Larry Grossman. Si tratta di uno di quegli incontri che ti restano impressi, che tu lo voglia o meno: assistere a tanto entusiasmo e tanto amore per il proprio lavoro è davvero raro.

Siamo stati ospiti di Larry per cena, scoprendo con piacere che anche coloro che non hanno trovato alloggio al The Hedges possono cenare qui. Il grande ristorante, in stile tipicamente Adirondack, si illumina alla sera offrendo un’esperienza davvero d’altri tempi. Dalla dining lodge è possibile vedere il tramonto sul Blue Mountain Lake in un’atmosfera assai romantica.

Il prezzo del menù è fisso e prevede quattro portate a scelta tra varie opzioni. Una zuppa, un’insalata, un secondo (è sempre prevista anche un’opzione vegetariana) con contorno e un dolce: dopo aver assaggiato la cucina di Chef Sue abbiamo capito il motivo dei tanti volti sorridenti!

Vista delle foreste americane negli Adirondacks
Un road trip americano in mezzo alla natura? Agli Adirondacks!

Tupper Lake e il Wild Center

Continuando nella nostra esplorazione della parte più selvaggia dello Stato di New York, ci siamo diretti verso Tupper Lake. La strada che attraversa Long Lake per arrivare al Wild Center è davvero incantevole, soprattutto in autunno. Ci siamo fermati spesso a scattare fotografie, e sebbene il tempo facesse un po’ le bizze, eravamo vestiti a strati, abituati al clima in Italia, pertanto non abbiamo avuto problemi.

Il Wild Center è stato aperto nel 2006 e comprende ben 81 acri di foresta e oltre 3000 mq di mostre interattive. Così come il Great Camp Sagamore la Raquette Lake Navigation, anche il Wild Center beneficia dello sconto di 2$ sul biglietti d’ingresso se presentate alla cassa il biglietto per il museo Adirondack Experience.

Se visitate il Wild Center in estate vi consiglio di arrivare al mattino appena aperto il centro (alle 10:00 in genere) in modo da poter scegliere eventualmente di accedere ai tour in canoa.

Lavagna con la tabella per dare da mangiare agli animali del Wild Center
Dare da mangiare a tanti animali è un affare complicato!

La Direzione del Wild Center ci ha concesso l’onore di un tour dietro le quinte, accompagnati dal simpatico Nick Corcoran, per conoscere gli animali di cui si prendono cura e scoprire come funziona un centro così grande che piace a grandi e piccini.

Lo staff che si occupa degli animali è composto solo da quattro o cinque persone. Nick ci ha mostrato anche il tabellone con gli orari nei quali dar da mangiare agli animali, scherzando sul fatto che i loro ospiti mangiano persino meglio di loro! Ed in effetti non stentiamo a crederlo, dopo quanto abbiamo visto.

Sono molti gli animali che questo centro ha salvato da morte certa. Buona parte di essi sono stati investiti… anche i magnifici rapaci notturni che io adoro.

Un falco pronto a essere rilasciato in libertà al Wild Center
Questo giovanotto è quasi pronto per essere rimesso in libertà!

Abbiamo conosciuto piccoli gufi e civette con danni cerebrali permanenti, perché urtati da auto in corsa. Ma anche intelligentissimi corvi, simpatiche lontre e maestosi falconi da caccia. Temevo di trovarmi davanti a gabbie piccole e sovraffollate, ma quanto ho visto mi ha lasciata piacevolmente sorpresa. Gli animali hanno spazio per muoversi, le gabbie erano pulite e lo staff è sinceramente affezionato a ognuno di essi.

Quelli che vengono esposti per motivi educativi non vengono mai stressati eccessivamente. Già, perché qui la parola d’ordine è: insegnare. La missione del Wild Center è mostrare agli adulti, ma soprattutto alle future generazioni, come prendersi cura della natura.

Attività per bambini e disegni al Wild Center (parco nazionale degli Adirondacks)
I bambini adorano visitare il Wild Center!

I bambini che partecipano ai corsi o che vengono in visita e fanno amicizia con gli animali, imparano a conoscere la foresta, ma anche a non sporcare e a non inquinare.

E dopo, riconoscenti, lasciano disegni e bigliettini ai loro animali preferiti: nella zona riservata allo staff c’è un intero muro pieno di regalini lasciati dai piccoli ospiti del centro. Nick ce li ha mostrati con grande orgoglio ed è stato veramente bello vedere quanta cura e quanto affetto traspariva da ognuno.

Panoramica dell'Eagle's nest al Wild Center
Il Nido dell’Aquila al Wild Center: che panorama!

Il Wild Center non è soltanto un museo interattivo, ma anche un’esperienza immersiva. Una delle novità più recenti è la iForest, un’installazione artistica progettata dal compositore inglese Pete M. Wyer. Si tratta di una passeggiata nel bosco, in silenzio, per ascoltare canti dei nativi Mohawk. L’esperienza è davvero molto suggestiva e dal momento che si tratta di un’esibizione “naturale”, lo scenario cambia col cambiare delle stagioni.

Un altro punto di interesse è la Wild Walk: i bambini la adorano! Questa struttura sopraelevata consente di guardare la foresta dall’alto, proprio come farebbe un rapace. Attraverso ponti sospesi e passeggiate in grandi tronchi, viene raccontata la vita della foresta, a partire dagli esseri più piccoli, le formiche… fino ad arrivare… a un ragno enorme!

La tela del ragno è un’installazione sempre piena di bambini.
Si tratta di una vera e propria ragnatela di corda sospesa a mezz’aria nella quale i più piccoli adorano saltare e distendersi, sentendosi i re della foresta. Se volete scattare fotografie panoramiche invece vi consiglio di salire fino all’Eagle’s nest, il nido dell’aquila, dal quale si gode di un’ottima visuale della foresta circostante.

La torre dell'orologio sulla Main Street di Saranac Lake (USA)
Main street a Saranac Lake, con la sua meravigliosa torre dell’orologio

Saranac Lake

Quando abbiamo deciso di visitare questa parte meno conosciuta dello Stato di New York, avevo in mente di voler vivere qualche giorno l’atmosfera di una di quelle cittadine tipicamente americane che si vedono in tanti film e telefilm. Saranac Lake è proprio quello che stavo cercando.

La ridente cittadina caratterizzata dalla bella torre dell’orologio è piccola e deliziosa. La gente sorride sempre ed accoglie i turisti come se fossero persone di famiglia. Abbiamo esplorato Saranac Lake insieme a Kelly Brunette, scoprendo tutti quei piccoli dettagli che soltanto una persona del luogo conosce e che non troverete in nessuna guida.

Date un’occhiata alle ultime offerte per Saranac Lake: inserite le date e fate una ricerca. Trovare stanze libere in zona non è sempre facile!

Qui nessuno chiude la porta di casa a chiave, perché il tasso di criminalità è bassissimo e i delinquenti sono al massimo coloro che guidano pur avendo alzando un po’ il gomito. Se cercate la “Real” America, è qui che la troverete.

In cima alla collina, un parco giochi per i bambini profuma di buon popcorn: ci abbiamo trovato persino una deliziosa giostrina completamente in legno, con elefanti, bruchi e uccellini al posto dei cavalli. La cosa fantastica è che ognuno di quegli animali è dipinto a mano con grande cura.

Una giostra con animali in legno per bambini piccoli a Saranac Lake
Una giostra con animali scolpiti nel legno e dipinti a mano a Saranac Lake

A Saranac Lake non ci sono catene di fast food, né grandi supermercati o Starbucks. Questo ha fatto in modo che in questa incantevole comunità di artisti si sviluppasse la buona cucina. Abbiamo assaggiato i muffin più buoni di sempre, al cioccolato ed arancia, da Origin Coffee, che prepara un caffè “quasi” all’italiana ed è aperto anche a pranzo.

A cena, se avete voglia di un posticino tranquillo, dall’atmosfera familiare e dall’ottima cucina, vi consiglio di andare a trovare Ken e Trish Fontana al Blue Moon Cafè. Non solo il cibo è delizioso, ma Ken, di origini italiane, è un omone allegro e simpatico che adora chiacchierare con i propri clienti. L’impressione è proprio quella di essere ospiti a cena di questa simpatica coppia amante della buona cucina.

Sala principale del Kanu in stile country chic
La sala principale del Kanu al Whiteface Lodge

Se invece state cercando un ristorante di lusso nel quale gustare deliziose bistecche, non fatevi mancare una visita al Whiteface Lodge, dove oltre ad alloggi di categoria luxury e a una grande spa, c’è un ristorante che rispecchia lo stile Adirondacks, con un tocco di classe in più.

Al Kanu, la sala dai soffitti altissimi ha due enormi camini e sembra richiamare in ogni dettaglio tutti gli elementi che hanno reso famosa questa regione. Canoe appese al muro con tanto di orsi vestiti da pescatori, le immancabili alci impagliate (un memento dell’amore per la caccia degli abitanti di queste zone che non ho particolarmente apprezzato) e persino racchette da neve.

Da napoletani siamo piuttosto schizzinosi per quanto riguarda la pizza, e non abbiamo voluto assaggiare, ma al Whiteface Lodge preparano le pizze “all’italiana” in forno a legna. Le bistecche, però, erano deliziose!
Per una cena più informale c’è invece la Kanu Lounge, che oltre alla musica live e alla cucina tradizionale, offre… Zachary Blair!

Questo incredibile barman è capace di preparare il cocktail perfetto per la persona che ha davanti soltanto facendole alcune domande di carattere generale. La sua simpatia è trascinante: se passate al Whiteface Lodge vi consiglio decisamente di andare a trovarlo al piano superiore, nella Kanu Lounge!

Foliage autunnale negli Stati Uniti a Saranac Lake
Vista del Saranac Lake al mattino presto, dalla nostra baita all’Ampersand Bay Resort

Uno degli hotel più grandi della zona, l’Hotel Saranac, edificio storico risalente agli anni ’60, è stato da poco completamente rinnovato e ri-aperto. Se invece state cercando un posto dove alloggiare, appena fuori città c’è l’Ampersand Bay Resort.

Una serie di caratteristiche baite circondano la sponda del lago, in mezzo alla foresta. Alla sera lo staff accende un bellissimo falò all’aperto, a poca distanza da un romantico gazebo. Gli ospiti sono invitati a godersi le stelle al tepore del fuoco, magari per arrostire un po’ di marshmallow come se fossero al campeggio.

Come se non bastasse, sono disponibili canoe e gommoni a motore da poter noleggiare per fare un giro sul lago: il posto perfetto per godersi un po’ di sano relax in mezzo alla natura, a pochissimi minuti dalla città.

Area espositiva al Saranac Laboratory con strumenti medici antichi
Una delle aree espositive all’interno del Saranac Laboratory

Saranac Laboratory

Non molte persone sanno che la città di Saranac Lake per tantissimi anni è stata un grande sanatorio per malati di tubercolosi.

Nel 1873 il dottor Edward Livingston Trudeau, gravemente malato di TBC, si recò negli Adirondack nella speranza che il clima di questi monti lo aiutasse a far regredire la malattia. Resosi conto che l’aria pulita, ben diversa da quella assai inquinata di New York, e il buon cibo sano, avevano effettivamente migliorato le sue condizioni di vita, decise di costruire una casa di cura a  Saranac Lake, per prendersi cura degli indigenti gravemente malati di tubercolosi.

Qui iniziò a lavorare a una cura, studiando una malattia che all’epoca mieteva migliaia di vittime senza che nessuno riuscisse anche solo a rallentarne il decorso.

A causa di un incidente, la casa di Trudeau bruciò e insieme ad essa tutti i suoi studi e i materiali raccolti. Gli fu quindi offerto un laboratorio solido, fatto di mattoni, dal Dott. Baldwin, perché continuasse i suoi studi. Il Saranac Laboratory, la cui costruzione fu ultimata nel 1894, fu il primo laboratorio costruito sul suolo americano per svolgere ricerche sulla tubercolosi.

Oggi è un museo, aperto da martedì a giovedì, dalle 10:00 alle 16:00, e il sabato dalle 10:00 alle 16:00. Il costo del biglietto d’ingresso è pari a 5$ ma i bambini entrano gratis.

Una bambina regge una lanterna in autunno negli Stati Uniti
Ci sono tante attività per famiglie e bambini negli Adirondacks

L’abbiamo visitato insieme alla direttrice Chessie Monks-Kelly, residente proprio a Saranac Lake e appassionata di storia.

Chessie ci ha accompagnato nelle interessanti sale di questo grande edificio di mattoni rossi, spiegandoci che in quegli anni questa piccola cittadina non era molto ricca. L’arrivo di un turismo di massa interessato agli studi di Trudeau fu una grande notizia per tutti. Le persone di Saranac Lake, affatto spaventate dalla tubercolosi, ospitavano i malati in portici chiusi (molto diffusi nella zona), in quanto la cura prevedeva che dovessero restare all’aperto, anche in inverno, distesi e senza assolutamente muoversi.

Per contrastare gli effetti della malattia gli venivano somministrati piatti dai sapori ricchi e molto conditi. Ancora oggi la cucina di questa zona degli Stati Uniti d’America reca le tracce di quel periodo: è rimasta ricca, gustosa e… molto calorica!

Il Saranac Laboratory è un posto interessantissimo nel quale scoprire la storia di questa piccola cittadina e di come qui sono stati fatti grandi progressi nella cura di una malattia che ha falcidiato il mondo intero per moltissimi anni.

Chessie è inoltre spesso impegnata ad effettuare ricerche nei registri storici, quelli che non sono andati perduti nel grande incendio. Ancora oggi sono tanti gli americani che le scrivono o vanno a trovarla per cercare notizie relative ai propri cari: la tubercolosi era una malattia di cui i più si vergognavano, tanto da non parlarne a nessuno, nemmeno ai propri familiari.

Giorno dopo giorno, con grande pazienza, Chessie unisce pezzi di informazioni come tessere di un puzzle, aiutando tante persone non solo a ricostruire il proprio albero genealogico, ma anche a recuperare, dove possibile, fotografie, lettere e citazioni nei giornali dell’epoca.

Foliage autunnale americano durante una sessione di forest bathing
Il foliage autunnale americano dura più a lungo negli Adirondacks

Forest bathing con l’Adirondack Riverwalking

Non sono molte le zone nello Stato di New York dove poter praticare questa disciplina che ha avuto origine in Giappone. Nel Paese del Sol Levante viene chiamata “shinrin-yoku” e consiste nel concedersi brevi passeggiate nella foresta per abbassare i livelli di stress. Gli studi sul forest bathing hanno infatti misurato notevoli cambiamenti negli ormoni dello stress e un rafforzamento del sistema immunitario in coloro che si sottoponevano spesso a questa “terapia naturale“.

Le foreste degli Adirondack sono il luogo perfetto per il forest walking, e tuttavia, a dispetto di ciò che si potrebbe pensare, è necessario affrontare questo tipo di pratica con personale qualificato, che possa guidarci lungo il percorso, consentendoci effettivamente di scaricare la tensione. È qui che entra in gioco l’Adirondack Riverwalking.

Questo gruppo di amanti della natura ed esperti terapisti lavora nella foresta di proprietà dell’università Paul Smith’s College VIC, organizzando sessioni di forest bathing in ogni stagione, in inverno usando le racchette da neve, in autunno e primavera godendosi i colori e i profumi della foresta, e si occupano persino di un’immersione nella natura ancora più profonda, il “Riverwalking“. Si tratta di indossare tute impermeabili come quelle dei pescatori e di passeggiare all’interno dell’Ausable River.

I gruppi raggiungono un massimo di 10 persone e il costo per partecipare è pari a 40$ a persona per gli adulti (80$ per il riverwalking, che includono il noleggio di tuta e stivali) e 35$ per i bambini (70$ per il riverwalking).

Danila esamina le foglie di un albero con Helene e Suzanne
Una chiacchierata educativa nella foresta con Helene Gibbens e Suzanne Weirich

Ma che cos’è il forest bathing?

Siamo stati ospiti di Helene Gibbens e Suzanne Weirich, che già il giorno precedente alla nostra esperienza ci avevano inviato una lunga mail con tutte le spiegazioni necessarie, ciò che poteva esserci utile e un elenco di cose da portare con noi.

Non conoscendo il forest bathing mi ero preoccupata che potesse trattarsi di una di quelle estenuanti forme di marcia nella foresta di primo mattino, tanto da chiedere ad Helene se anche una persona che soffre d’asma come me avrebbe potuto partecipare.

Vi rassicuro subito, quindi, avendo provato l’esperienza del forest bathing in prima persona: è facile, non ci si stanca e assolutamente tutti possono partecipare! Anzi, credo che dovrebbe essere una di quelle attività da praticare spesso, per chi ne ha la possibilità.

Rocce ricoperte di muschio accanto a un ruscello nelle foreste del parco nazionale degli Adirondacks
Non serve essere esperti per partecipare a una sessione di forest bathing

Non si tratta infatti soltanto di passeggiare in un bosco, subendolo passivamente. Appena arrivati, Helene e Suzanne ci hanno messo immediatamente in guardia. Alcune cose avrebbero potuto farci uscire fuori dalla nostra comfort zone, eppure il processo di immersione nella foresta, alla fine, avrebbe dato i suoi frutti.

La presenza rassicurante di queste due incredibili guide ci ha permesso di abbattere ogni barriera. Il percorso prevede una serie di “compiti” da svolgere mentre si cammina, che coinvolgono tutti i nostri sensi. Si annusano i vari elementi per scegliere quello che è il nostro profumo preferito (muschio per Aldo, pino per me), si ticcano elementi come corteccia, rocce e muschi per esplorare il bosco anche con le mani, e si arriva persino all’ascoltare i suoni dei ruscelli attraversati.

Effetto specchio in un fiume nelle foreste americane degli Adirondacks
Il forest bathing è un ottimo modo per scaricare lo stress

Alla fine di questa incredibile esperienza, ci si riunisce sul portico esterno dell’università, a ridosso della foresta, per una cerimonia del tè. Suzanne infatti aveva raccolto lungo il percorso aghi di pino e altre erbe dalle proprietà benefiche, che ci ha fatto annusare e conoscere, prima di metterle in immersione nell’acqua calda. Seduti in circolo, abbiamo raccontato il modo in cui abbiamo vissuto la nostra esperienza. “No judgment” (senza giudicare) è il motto dell’Adirondack Riverwalking: nella società moderna non ci rendiamo neppure conto di quanto il giudizio altrui riesca a influenzarci.

Eppure, immersi nella foresta, davanti a una tazza di tè profumato, è facile lasciarsi andare e parlare delle proprie emozioni. Così come è facile rendersi conto di aver scaricato tutto lo stress accumulato, soltanto staccando la spina e sintonizzandoci sulle frequenze di Madre Natura.

E’ possibile prenotare una sessione di forest bathing con Helene o Suzanne tramite il sito web dell’associazione.

Nebbia mattutina a Mirror Lake (Lake Placid) negli Stati Uniti d'America
Alloggiare nei pressi dei laghi è sempre una buona idea sui monti Adirondack!

Lake Placid

Saranac Lake e Lake Placid distano solo pochi chilometri. Eppure la differenza tra le due città è abissale. Là dove Saranac Lake trasuda pace, atmosfera familiare e tranquillità, Lake Placid appare da subito molto più modaiola, affollata e vacanziera. Il primo segnale per noi è stata l’insegna del McDonald’s appena entrati in città.

Quando poi abbiamo trovato sulla strada principale il primo Starbucks da noi incontrato negli Adirondacks, ci siamo resi conto che le cose qui sarebbero state completamente diverse.

Lake Placid può essere molto costosa: fai una ricerca per trovare gli alloggi migliori ai prezzi più convenienti!

Situata intorno al meraviglioso Mirror Lake, così chiamato perché le sue acque placide riflettono ciò che vi si affaccia come uno specchio, questa cittadina è stata teatro dei Giochi Olimpici Invernali nel 1932 e nel 1980. L’ultima edizione, nello specifico, viene ricordata negli Stati Uniti d’America come “Miracle on Ice” (miracolo sul ghiaccio). Una squadra di hockey formata da studenti del college e giocatori non professionisti, sconfisse la nazionale sovietica 4-3 e due giorni dopo vinse la medaglia d’oro.

Da allora Lake Placid è rimasta un punto di riferimento per tutti gli amanti degli sport invernali ed è uno dei pochi posti negli Adirondack le cui attività turistiche e commerciali restano aperte per tutto l’anno.

Colori caldi al tramonto su Mirror Lake negli Adirondacks
Mirror Lake al tramonto dalla nostra stanza al Golden Arrow Lakeside Resort

Abbiamo alloggiato al Golden Arrow Lakeside Resort, situato proprio sulle sponde del lago. E lasciatemelo dire, appena entrati nella hall di questo albergo siamo rimasti senza fiato. Per una volta abbiamo ignorato i salotti e il magnifico caminetto in pietra, focalizzando l’attenzione su una vetrata immensa che copre un intero lato di questo edificio.

L’effetto è quello di trovarsi davanti a un quadro animato che rappresenta Mirror Lake. La cornice spessa in legno contribuisce a regalare questo effetto: il tramonto sul lago, visto da qui, accoccolati su una poltrona davanti al caminetto acceso, è uno spettacolo di una bellezza indescrivibile.

Le stanze di questo grande albergo a conduzione familiare affacciano tutte su Mirror Lake, consentendo agli ospiti di vivere il lago direttamente nella propria stanza. Dai magnifici colori dell’alba, alla nebbia che risale dalle acque, fino ai romantici tramonti che farebbero innamorare chiunque.

Le acque del lago sono balneabili e infatti al Golden Arrow Lakeside Resort abbiamo trovato spazi nei quali potersi stendere a prendere il sole, canoe per pagaiare sulle tranquille acque del Mirror Lake e persino una piscina, il luogo preferito in assoluto dai bambini.

Negozi in stile tirolese lungo la strada principale di Lake Placid
La Main Street di Lake Placid: molto più turistica, come potete vedere!

Dal Golden Arrow Lakeside Resort è possibile esplorare a piedi la strada principale, dal momento che è situato al centro di questa deliziosa cittadina. Abbiamo fatto colazione al The Breakfast Club, specializzato in deliziosi mega pancake da gustare rigorosamente con lo sciroppo d’acero prodotto qui in zona. Nonostante amiamo i road trip, qualche volta è bello poterci semplicemente dimenticare dell’auto e raggiungere ristoranti e negozi a piedi!

A pochi passi troverete anche l’Olympic Museum, dove poter acquistare l’Olympic Sites Passport, il biglietto cumulativo che vi consentirà di risparmiare notevolmente sull’accesso alle strutture olimpiche situate nella zona, di cui abbiamo già parlato nel nostro precedente post relativo alla stagione autunnale nei monti Adirondack.

Se invece non vi dispiace prendere l’auto, poco più lontano troverete il Lake Placid Lodge, situato sull’altra sponda del Mirror Lake e spesso cornice fiabesca nel quale vengono celebrati matrimoni e ricevimenti nuziali.

All’interno del complesso, il Maggie’s Pub è il punto riferimento locale per coloro che alla sera hanno voglia di trascorrere una serata bevendo un buon cocktail, magari giocando a giochi da tavolo o a biliardo. La terrazza del Maggie’s Pub si affaccia sul lago: se la sera l’aria è troppo fresca, lo staff del pub fornisce agli ospiti coperte calde e confortevoli nelle quali avvolgersi per godersi il tramonto o il cielo stellato che si riflette sul lago.

Escursionismo negli Adirondacks in autunno: le rapide di un fiume nella foresta
Bellezza incontaminata su uno dei sentieri per trekking nella zona di Lake Placid

Percorsi escursionistici consigliati nella zona di Lake Placid

Con oltre 3000 km di sentieri segnalati per tutti i tipi di escursionismo, gli Adirondack sono il paradiso per gli amanti del trekking. Da Lake Placid è possibile raggiungere quelli che portano sulla sommità di Mount Marcy, ma si tratta di un’escursione pareccio difficile, considerando che questo è il picco più alto dello Stato di New York, pertanto è consigliata soltanto a persone molto allenate, che hanno con sè la giusta attrezzatura.

Se avete mezza giornata libera, ci sono alcuni sentieri escursionistici che mi sento di consigliarvi per la stagione calda e quella autunnale (sebbene molti vengono qui ad allenarsi anche in inverno).

Brewster Peninsula Trails

Questi sentieri sono raggiungibili mediante una strada sterrata e sono molto frequentati da amanti della mountain bike, maratoneti, pescatori e famiglie alla ricerca di un posto dove organizzare un picnic. Il nostro preferito è il Peninsula Nature Trail.

Raggiungibile dall’intersezione tra la Route 73 e la route 86, tra Lake Placid e Saranac Lake. Seguendo la Route 86 su per una collina, troverete un’indicazione per Peninsula Road, sulla quale è indicato il percorso. All’incrocio successivo lungo la strada troverete un comodo parcheggio dove lasciare l’auto.

Road trip americano nel parco nazionale degli Adirondacks
Organizzare le vacanze negli Stati Uniti in autunno consente di evitare la folla

Heaven Hill Trails

Circa 10 km di percorsi poco frequentati che vi consentono di lasciarvi alle spalle la folla di Lake Placid. I sentieri sono semplici, ma nascondono qualche insidia, e i panorami sono davvero spettacolari.

Tutti questi percorsi sono dog friendly, quindi è possibile portare i propri amici a quattro zampe. Per raggiungere gli Heaven Hill Trails è necessario immettersi su Old Military Road in direzione Bear Cub Lane in zona Lake Placid. Le coordinate GPS per il parcheggio sono N44 14.539 W73 59.821.

Cobble Hill

Questa collina è situata proprio sulle sponde di Mirror Lake ed è facilmente riconoscibile dal fatto che sulla sommità c’è un punto roccioso, dal quale si può godere di una magnifica visuale su Lake Placid e sulla regione degli High Peaks. Vi sono due opzioni per raggiungere la sommità di Cobble Hill, a seconda della vostra preparazione atletica.

La prima è inerpicarsi lungo un sentiero lungo circa 1200 m parecchio ripido e avventuroso. La seconda è percorrerne uno meno ripido, ma più lungo (2500 m). Per raggiungere il parcheggio dove lasciare l’auto è necessario percorrere la Route 431 per circa 6 km.

All’incrocio con la Whiteface Memorial Highway, dovrete svoltare a destra su Gillespie Drive (country Route 18A) e procedere per meno di 1 km. Dal parcheggio, per raggiungere la biforcazione dalla quale è possibile scegliere quale percorso affrontare, dovrete scavalcare una staccionata e poi sulla destra troverete, poco più avanti, un’indicazione del sentiero, che procede a sinistra nei boschi. Dopo circa 600 m troverete la biforcazione per il percorso più corto e quello più lungo.

Radura tranquilla in autunno negli Stati Uniti
A differenza del Maine gli Adirondacks in autunno sono assai meno affollati

Adirondack Wildlife Refuge

Questo rifugio per gli animali del bosco è stato fondato nel 2009 da Wendy e Steve Hall su 50 acri di terreno lungo l’Ausable River, nello Stato di New York. Insieme al figlio Alex e a molti volontari (soprattutto giovani universitari), sono riusciti a costruire il più grande centro di riabilitazione per animali selvatici di tutti gli Adirondack.

Abbiamo chiacchierato a lungo con Wendy, che ci ha presentato alcuni degli ospiti del centro mentre dava loro da mangiare. Posso ammettere, qui, che ho provato molta rabbia per le storie che ho sentito.

Non soltanto storie legate all’inquinamento che inevitabilmente si ripercuote sugli animali, e che forse dovrebbero far suonare molti campanelli d’allarme nei politici americani. Ma storie di umana crudeltà che non si vorrebbero mai sentire. Trovo sia da vigliacchi spaventare a morte un raro esemplare di gufo, inseguendolo con un fuoristrada, solo per vederlo volare.

Lupo selvatico adulto all'Adirondack Wildlife Refuge
Partecipare a una lezione sui lupi è completamente gratuito

Ancora più disumano investirlo e lasciarlo lì a morire, perché non lo si trova più divertente. Basta affacciarsi alla voliera di questo povero animale per rendersi conto che è ancora terrorizzato.

Quando Wendy gli ha portato il pasto, il gufo ha provato a saltare giù da un rametto sul quale era appollaiato. Ma con le ali fuori uso, è precipitato malamente sul terreno, rigirandosi con l’aria stanca e avvilita, così da poter saltellare verso il cibo. Come si fa a ridurre in queste condizioni un animale tanto maestoso?

Tutti gli animali all’Adirondack Wildlife Refuge hanno una storia di maltrattamenti alle spalle. Anche la magnifica aquila con tre quarti d’ala mancanti a causa di un proiettile che l’ha fatta precipitare al suolo mentre volteggiava sulla foresta.

Gufo addormentato all'Adirondack Wildlife Refuge
Gli animali all’Adirondack Wildlife Refuge hanno una storia di maltrattamenti alle spalle

Credo che sarebbe molto educativo per tutti fermarsi a questo centro per guardare coi propri occhi quello che la mancanza di educazione civica e l’inquinamento stanno facendo agli animali.

L’ingresso all’Adirondack Wildlife Refuge è un po’ nascosto (il cartello lungo la strada è veramente piccolo, fate attenzione a non mancarlo!) ma gratuito. Le strutture nelle quali sono tenuti gli animali, tra cui esemplari di lupo e cuccioli d’orso, sono tutte all’esterno e spesso Steve organizza lezioni (ancora una volta a titolo gratuito) relative al comportamento dei lupi, animali nei confronti dai quali prova un amore sconfinato, tanto da fargli guadagnare il nomignolo di “Wolfman”.

Profilo di un'aquila reale americana in gabbia
Negli Stati Uniti moltissimi rapaci vengono uccisi da cacciatori o dall’inquinamento

Una volta arrivati, saranno gli stessi volontari ad avvicinarsi a voi per potervi raccontare la storia degli animali che gli vengono portati o che loro stessi trovano abbandonati nel bosco. Ognuno di essi è un membro della famiglia e come tale viene trattato.

L’Adirondack Wildlife Refuge e Reabilitation Center viene sostenuto unicamente grazie al contributo umano ed economico di volontari e sostenitori: si tratta di un’organizzazione senza scopo di lucro!

Bovino Highlander scozzese negli Stati Uniti
La nostra prima Highlander e non avevamo ancora organizzato il viaggio in Scozia!

Lake Champlain e la Dacy Meadow Farm

Da una storia di amore per gli animali a un’altra. Quando ci siamo spostati nella zona rurale di Lake Champlain, stavamo cercando un posto dove alloggiare che fosse immerso nella natura. La Dacy Meadow Farm ci è sembrato il luogo perfetto, soprattutto perché non eravamo mai stati in una vera fattoria, prima.

DaCy” viene da David e Cynthia Johnston, una coppia che ha deciso di acquistare un enorme pezzo di terreno sul quale vivere come ai vecchi tempi. Producono da soli la maggior parte del cibo che consumano e il resto viene spesso barattato con altri fattori. Qui vivono con tutta la loro famiglia, e da qualche tempo hanno messo su un lodge per i turisti in una delle loro case.

Sfido chiunque a non emozionarsi nel vedere un omaccione come David sedersi sul portico per offrire pane di mais alle galline. E poi, nel notare la nostra espressione stupita, quasi giustificarsi con un “beh ma loro ne vanno davvero matte così ne tengo sempre un po’ da parte”.

E’ questa l’atmosfera che si vive in questa fattoria. Se i nipotini si dilettano nel portare al pascolo le caprette, nonno David alleva razze di bovini “storiche” e rarissime in quest’area, come le meravigliose Highlander, originarie della Scozia.

Lui stesso ci ha raccontato di aver messo i viaggi da parte per un po’, perché il cane di famiglia ormai è anziano (potete vederlo con lui nel video nella parte superiore di questa pagina) e non vogliono lasciarlo solo. In caso avesse bisogno di loro.

Dave dà da mangiare un muffin al mais ai suoi polli
Alloggiare in una fattoria negli Stati Uniti è davvero un’esperienza incredibile

Soggiornare da Dave e Cynthia, per noi che viviamo in città, è stato come ritrovarsi d’improvviso in un’altra epoca. La zona di Lake Champlain è molto estesa, al punto che, come ci raccontava Dave, per trovare un grande supermercato è necessario in alcuni casi guidare per quasi 50 km.

Eppure qui si conoscono tutti, la comunità è molto coesa e c’è una sorta di fiducia nei confronti del prossimo che non è tanto comune, ai giorni nostri. La fattoria ha infatti installato un casotto nel quale sono stati sistemati frigoriferi, un registro e una cassetta per il denaro. Qui viene lasciato quello che producono: carne, uova, sciroppo d’acero, verdure. Chiunque può entrare, scegliere ciò che preferisce, indicare sul registro cos’ha preso e lasciare i soldi nella cassetta.

Non c’è alcun tipo di sorveglianza. Ho chiesto a Dave se non fosse preoccupato di eventuali ammanchi. La sua risposta è stata assolutamente sincera: “Se qualcuno prende un po’ di hamburger in più senza pagarli, immagino che gli servano per sfamare la propria famiglia, va bene così.

Alla DaCy Meadow Farm si può anche cenare, fittando l’unica sala da pranzo per voi e la vostra famiglia o amici. Cynthia cucinerà per voi con i prodotti della fattoria. Abbiamo assaggiato latte, panna, una deliziosa quiche, scone appena sfornati e persino frutti di bosco appena raccolti. Che dire, il sapore rispetto alle cose che si comprano in città è completamente diverso, era tutto delizioso: non abbiamo mai mangiato una quiche più buona di quella preparata da Cynthia!

Attraverso questi terreni passano alcuni dei percorsi di trekking di questa zona, aperti a tutti (anche se non alloggiate alla fattoria), per un totale di circa 5km. Se alloggiate qui e decideste di fare trekking di primo mattino, potete lasciare l’auto al lodge e attraversare il bosco seguendo il sentiero molto frequentato dagli escursionisti locali. Per giungere alla fattoria, tagliando dal bosco, dovrete camminare per oltre 2km!

Panoramica su Fort Ticonderoga in autunno
Probabilmente Fort Ticonderoga vi risulterà molto familiare…

Fort Ticonderoga e L’ultimo dei Mohicani

Quando ho visto per la prima volta L’ultimo dei Mohicani, il film tratto dal romanzo di James Fenimore Cooper, in lingua originale, ho deciso che avrei imparato l’inglese. Fu subito amore. Ecco perché non vedevo l’ora di andare a Fort Ticonderoga. Se avete letto il libro o guardato il film con Daniel Day-Lewis, allora avrete sicuramente sentito parlare di “Fort Carillon”, il nome antico di Fort Ticonderoga.

La struttura del forte è imponente. Sembra che non sia passato neanche un giorno dagli eventi che, nella mia mente, vedono protagonisti Nathaniel, Uncas e Chingachgook (i personaggi de L’ultimo dei Mohicani). Appena arrivati ci troviamo davanti un soldato dell’armata francese intento a prepararsi il rancio su un fuoco da campo. Si tratta di una scena che lascerebbe interdetto chiunque, se non fosse che oggi Fort Ticonderoga è molto conosciuto grazie all’associazione culturale che lo gestisce.

Rivisitazione storica a Fort Ticonderoga: un soldato cucina il rancio
Il livello di accuratezza della rivisitazione storica è incredibile

La passione di questi ragazzi per la storia e nello specifico per gli accadimenti che hanno visto il forte passare di mano in mano nel corso degli anni, è evidente sul loro volto ogni volta che ne parlano. Pensate soltanto che cuciono da sé le uniformi e gli abiti da indossare, in una sartoria all’interno del forte che, proprio come avviene per le scarpe, utilizza tecniche dell’epoca (un bel po’ più complesso rispetto ai cosplay di Lucca Comics!).

Ogni anno i figuranti scelgono di portare in vita una specifica fotografia storica, inaugurando un nuovo set di uniformi. E’ impressionante anche solo notare la grande attenzione al dettaglio: utilizzare tecniche antiche per riprodurre uniformi d’epoca equivale a svolgere un lavoro certosino e di grande pazienza.

Rivisitazione storica negli Stati Uniti - La nostra guida e una sarta che rammenda le uniformi dei soldati
Fort Ticonderoga va assolutamente visitato se siete in zona!

Calcolate di passare almeno una giornata intera a Fort Ticonderoga. Vi possiamo assicurare che vi pentirete amaramente di non averlo fatto, se doveste perdervi qualcosa per via di un altro impegno!

Al Forte potrete assistere a una piccola lezione che vi insegnerà come si usavano i moschetti o i cannoni, incontrare sarte intente a rattoppare strappi nelle uniformi o ciabattini impegnati a riparare un buco in una scarpa. Se oggi il museo occupa solo una parte del Forte, è in programma un grande ampliamento per i prossimi anni. A Fort Ticonderoga sarà costruito un grande museo che consentirà finalmente di esporre tutti gli oggetti d’epoca recuperati e donati dalle famiglie o dai sostenitori.

Oltre alle dimostrazioni con i soldati e al museo, a Fort Ticonderoga potrete esplorare dei meravigliosi giardini nei quali all’epoca in cui il forte era attivo venivano coltivati ortaggi e verdure per sfamare le truppe. Oggi queste delizie vengono impiegate per le cucine del Forte: fermatevi per pranzo al ristorante di Fort Ticonderoga, non ve ne pentirete!

Danila e Aldo con un soldato in uniforme storica a Fort Ticonderoga
Chiedete qualunque cosa alle guide: sono sempre pronte ad aiutare!

Se vi piacciono la fotografia e la storia, acquistate un biglietto anche per la crociera sulla nave Carillon, dalla durata di circa 90 minuti. La domanda che tutti hanno posto alla nostra guida non appena saliti a bordo però non riguardava la storia di Fort Ticonderoga.

Era fondamentale infatti sapere se avremmo incontrato “Champie“, la versione locale del mostro di Loch Ness. Purtroppo non siamo stati così fortunati, ma ci è stato detto che Champie abita in un’altra area del Lake Champlain: ci toccherà tornare per esplorare meglio questa zona meravigliosa, non che sia un grande sacrificio!

Vi starete domandando a cosa serve la monetina argentata che vi hanno consegnato all’ingresso, a questo punto.

Ebbene, potrete usarla per guardare Fort Ticonderoga dall’alto. Alle 16:00 tutti i giorni da maggio a ottobre, quella monetina vi consentirà di accedere con la vostra auto alla strada privata che porta sino alla sommità di Mount Defiance.

Qui, accanto a due cannoni che puntano proprio verso il Forte, un soldato francese in alta uniforme (uno dei figuranti), vi racconterà l’importanza che quest’altura ha ricoperto negli anni, quando il Forte passava dai francesi, agli inglesi, agli americani e ancora ai francesi. Come tutto il resto dello staff a Fort Ticonderoga, sarà pronto a rispondere a ogni vostra domanda, per cui non siate timidi!

Sacchi di mele fresche alla Gunnison Lakeshore Orchards
Raccogliere mele in un frutteto americano è divertentissimo!

Gunnison Lakeshore Orchards

Sulla strada che porta a Fort Ticonderoga, assicuratevi di fermarvi alla Gunnison Lakeshore Orchards. Si tratta di un negozio posto ai confini di un grande frutteto. Qui vengono vendute principalmente mele, sacchetti profumatissimi di questi deliziosi frutti sono già stati pesati e prezzati. Sono lo snack perfetto da portare con sé per un’escursione.

Potrete acquistare anche deliziose marmellate, miele biologico, sidro di mele e soprattutto una bontà che abbiamo scoperto grazie a Kimberly Rielly che ci ha accompagnato per il tour a Mount Defiance: ciambelle al sidro di mele ricoperte di zucchero e cannella. Sono mortificatissima di non avere fotografie da poter condividere con voi, ma sono sparite troppo in fretta per poter scattare! Sappiate però che sono divine!

Le cascate dell'Ausable Chasm viste attraverso il grande ponte in metallo
Ausable Chasm è un parco nazionale americano poco conosciuto

Ausable Chasm e il Turtle Island Café

L’Ausable Chasm viene definito il Grand Canyon degli Adirondacks. Inutile dire che, da appassionati del Grand Canyon e dei suoi panorami, non potevamo assolutamente farci mancare una visita in questo canyon tra i più famosi di tutto lo Stato di New York.

L’Ausable Chasm è un vero e proprio registro roccioso delle ere geologiche del nostro pianeta. In questo canyon trascorrerete  almeno mezza giornata, a seconda di quello che farete una volta entrati. All’ingresso vi sarà fornita una utilissima cartina che indica i percorsi all’interno del parco, segnalandoli in base al grado di difficoltà.

Trekking sospesi sul fiume all'Ausable Chasm
Sono tante le attività per i più coraggiosi!

Si va dai sentieri semplici a quelli intermedi, fino ad arrivare all’Adventure Trail, il più difficile e potenzialmente pericoloso. Prevede infatti l’utilizzo di un’imbracatura, l’attraversamento di microscopici ponti tibetani da una parte all’altra del canyon e la scalata di pareti rocciose. Essendo io spaventata dalle altezze, ho preferito evitare! Se voi invece intendete provarci, seguite alla lettera le istruzioni indicate sulla brochure che vi verrà consegnata, soprattutto relativamente all’abbigliamento e alle categorie a rischio cui quest’esperienza è sconsigliata.

Se non vi spaventa bagnarvi, spendendo un po’ di più potrete acquistare un biglietto cumulativo che include anche un giro in rafting con personale specializzato, lungo le rapide del fiume. I gommoni vengono calati dall’alto con un argano, in una gola rocciosa dalla quale poi si scivola con il gommone verso valle: c’è un punto panoramico lungo il sentiero che vi consentirà di guardare tutta la scena e per un pezzetto di strada seguirete il fiume dall’alto, sentendo le grida divertite (o spaventate!) di chi sta scendendo con il gommone!

Un piatto di trota e insalata al Turtle Island Cafè
Una buona cena dopo aver scarpinato tutto il giorno? Sì grazie!

Al ritorno dall’Ausable Chasm, suggerisco una sosta per cena al Turtle Island Cafè. Appena entrati, la prima cosa che colpisce è il profumo di buon cibo e di casa. Subito dopo, il sorriso gioviale di Steve, impegnato al bancone. La sala di questo cafè è piccola e intima, l’atmosfera vintage e familiare vi permetterà di godervi una deliziosa cena in assoluta tranquillità.

Lo Chef e proprietario, David Martin, adora cucinare, tanto da averci sorpreso con un piatto di ravioli. Siamo italiani esigenti e pertanto non abituati a mangiare pasta quando siamo all’estero, men che meno un tipo di pasta così elaborato. Ebbene i ravioli di David ci hanno colpiti positivamente! La cottura era perfetta, così come il ripieno. Immaginate la nostra faccia quando David ci ha raccontato che i ravioli sono fatti a mano dalla sua famiglia! Di certo non è una delle cose che ci si aspetta nel corso di un road trip nello Stato di New York, giusto?

Tutti gli ingredienti sono rigorosamente locali: la qualità delle materie prime è alla base della cucina del Turtle Island Cafè. Ma non si tratta di un posto nel quale i residenti vanno soltanto per mangiare. E’ infatti un ritrovo, un luogo nel quale riunirsi con la famiglia o con gli amici. Seduti al nostro tavolo abbiamo avuto l’impressione che si conoscessero tutti: se come noi non amate i posti “per turisti” e cercate invece qualcosa di autentico che vi racconti di un luogo e delle persone che lo abitano, non fatevi mancare una cena in questo delizioso ristorantino!

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Questo post è stato scritto in collaborazione con il Regional Office of Sustainable Tourism per Lake Placid. Ci hanno aiutato a organizzare il nostro viaggio in questa zona selvaggia dello Stato di New York e a conoscere tanti nuovi amici lungo la strada. Vorremmo ringraziare tutti quelli che ci hanno accolti a braccia aperte, ma soprattutto Lawrence, Carrie, Kelly e Kim: siete stati incredibili.
Se ci fosse bisogno di specificarlo, questo post non è stato minimamente influenzato dal ROOST e rappresenta le nostre opinioni personali. Se lo avete letto capirete subito il perché!

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Travelling Dany – Danila Caputo

Danila Caputo è una scrittrice di viaggi bilingue che vive tra Napoli e la Costiera Amalfitana, laureata in Lingue e Culture Moderne all’Università Suor Orsola Benincasa (Napoli). Vive e lavora con suo marito Aldo, fotografo e creator di video. Questo blog racconta le loro avventure nel mondo e offre tanti consigli sui viaggi sostenibili e su come essere viaggiatori responsabili. Trovate tutte le ultime novità sugli ultimi viaggi su Youtube, Instagram e Facebook.

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