Cosa vedere a Tokyo in 5 giorni (senza spendere un capitale!)
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Scopri cosa vedere a Tokyo in 5 giorni in economia: tante informazioni utilissime e dettagli importanti che ti serviranno per organizzare le vacanze in Giappone!
State organizzando il vostro primo viaggio a Tokyo? La coloratissima capitale del Giappone può intimidire i viaggiatori che si trovano ad affrontarla senza un itinerario ben delineato. Scopriamo allora insieme cosa vedere a Tokyo in 5 giorni… senza dar fondo al budget per le vacanze! Forse potrebbe sorprendervi sapere che molte delle cose che abbiamo inserito in itinerario sono gratuite o richiedono il pagamento di un biglietto d’ingresso dal prezzo assolutamente irrisorio. Visitare Tokyo con un po’ di organizzazione è decisamente alla portata di tutti!
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Giorno 1: Shibuya – oltre l’incrocio c’è di più
In fase di progettazione del nostro viaggio in Giappone, dopo aver deciso cosa fare a Tokyo, abbiamo prenotato un hotel a Shibuya, nei pressi della grande stazione JR. Molti amici credevano che fosse solo per poter guardare l’incrocio più famoso del mondo, ma noi avevamo ben altri motivi. Shibuya infatti è una zona molto variegata, colorata e piena di cose da fare. Che abbiate intenzione di trascorrere una serata tranquilla in un ristorantino tradizionale o di lanciarvi in vocalizzi in uno dei tanti locali per karaoke, Shibuya saprà accontentarvi.
Alloggiare vicino alla stazione si rivela una scelta vincente soprattutto se avete acquistato un Japan Rail Pass. Mostrandolo all’addetto della JR potrete infatti attraversare la stazione, con il bonus aggiunto dell’aria condizionata, invece di girarci intorno. In questo modo riuscirete a scarpinare molto meno, uscendo in punti diversi di Shibuya.
…lasciate che sottolinei la faccenda “aria condizionata”: se avete organizzato un viaggio in Giappone in estate, sarà una manna dal cielo!
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In caso vi stiate chiedendo dove si trova la statua di Hachiko, fate nuovamente riferimento alla stazione di Shibuya. All’interno infatti vi basterà seguire le indicazioni per “Hachiko Exit“. La statua si trova a pochi passi dall’uscita della stazione, proprio accanto al famoso incrocio di Shibuya. Se volete scattare una fotografia dell’attraversamento pedonale affollatissimo, vi conviene appostarvi dalle 11:00 del mattino.
Prima di quest’ora infatti abbiamo notato che ci sono molti gruppi di persone che vanno al lavoro, ma in diversi momenti. In tarda mattinata o nel pomeriggio invece l’incrocio si riempie, e i gruppi si compattano: visto dall’alto è davvero impressionante!
In questa giornata a Shibuya assicuratevi di visitare almeno una tra le tante gallerie di arte contemporanea in questa zona. Ce ne sono alcune molto belle ad ingresso gratuito! Una è la Diesel Art Gallery. Ne trovate un’altra anche all’ottavo piano del centro commerciale Hikarie, dove potrete trascorrere un po’ di tempo facendo shopping (la parola d’ordine, ancora una volta, è “aria condizionata”!).
Se anche a voi interessano i prodotti di bellezza e il make up giapponese, annotatevi che in questo centro commerciale ci sono tantissime offerte interessanti!
A meno che non siate stati risucchiati nell’universo parallelo dello shopping che fa perdere la cognizione del tempo (ormai dovreste saperlo: sono una shopping addicted!), avrete ancora tempo per passeggiare lungo la Love Hotel Hill di Shibuya.
Una delle cose che i manga, i giornali e le serie televisive evidenziano sempre quando si parla di Giappone è il fatto che in questo Paese ci sono tantissimi “love hotel“. Alberghi nei quali le coppie scelgono di trascorrere qualche ora o l’intera notte (solo una, non si può pernottare per più notti consecutive). Molti sono a tema, particolarmente colorati, qualche volta apertamente pacchiani, qualche altra più discreti. Anche se non intendete entrarci, potrete sempre dare un’occhiata all’esterno e scattare fotografie delle insegne al neon colorate!
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Dopo una giornata tanto piena, vi meritate un po’ di relax. La vita notturna a Shibuya è divertente, affollata, coloratissima e allegra. C’è tanta musica dal vivo nei locali o per strada. Se però vi va di vivere un’esperienza particolare, vi consiglio di optare per uno spettacolo di idol. Nella cultura pop giapponese “idol” indica giovani star che possono cantare, ballare e che spesso compaiono in serie televisive piuttosto popolari. Assistere a una loro performance dal vivo è una esperienza di quelle che si possono vivere solo in Giappone.
E’ incredibile vedere quanto sono complesse le coreografie dei gruppi più numerosi, e notare che, nonostante la stanchezza, non perdono mai il ritmo (nota a margine: noi ci siamo sentiti decrepiti, a confronto!), continuando a cantare ogni volta come se fosse la performance più importante della loro vita. Kawaii!
Giorno 2: Sensoji, il Museo nazionale di Tokyo e Akihabara
Anche se è soltanto il secondo giorno del vostro viaggio a Tokyo il mio consiglio è di non restare a poltrire. Puntate la sveglia piuttosto presto, così da riuscire ad evitare la folla che in genere prende d’assalto il tempio di Senso-ji.
Questo magnifico tempio buddista, anche conosciuto come Sensoji, si trova ad Asakusa ed è uno dei più colorati, nonché popolari, di Tokyo. La stazione più vicina è Asakusa, sulla linea Ginza. Se avete comprato un Japan Rail Pass potete usare la JR Yamanote Line (proveniente dalla stazione di Tokyo), o la JR Chuo Line (da Shinjuku). Dovrete quindi cambiare e trasferirvi sulla Ginza line. Il biglietto per quest’ultimo tratto costa 170 yen.
L’ingresso al tempio Sensoji è gratuito e la sala principale (il giardini non chiudono mai) è aperta dalle 06:00 alle 17:00 (dalle 06:30 da ottobre a marzo). Arrivando presto al mattino avrete la possibilità di godervi una tranquilla passeggiata lungo Nakamise, la strada dello shopping, che va dalla porta esterna alla seconda porta del tempio, Hozomon.
Qui troverete tantissimo street food, il cui delizioso profumo vi accompagnerà quasi fino a Sensoji. Se non avete fatto colazione, o in caso vi andasse uno snack, per pochi yen potrete comprare dolcetti, gelati al matcha, mochi, o anche spiedini di carne e bento di sushi. Nakamise ospita anche tanti negozietti che vendono souvenir caratteristici o oggetti particolari: pensate che ne abbiamo trovato uno che vendeva soltanto accessori per cani, offrendo la possibilità di personalizzarli con il nome del cucciolo di casa scritto in ideogrammi giapponesi!
Se state ancora organizzando l’itinerario e non sapete bene cosa visitare a Tokyo, aggiungete di sicuro un po’ di tempo per Nakamise. E’ una delle zone più vivaci della città.
Finito lo shopping? E’ ora di incamminarsi verso il tempio di Sensoji.
Ricordate però che si tratta di un luogo di culto. Siate rispettosi: i giapponesi (e non solo) vengono qui per pregare. Sebbene sia sempre affollato, non è una semplice attrazione turistica, ma un tempio le cui attività continuano nonostante le orde di turisti.
Abbiamo purtroppo visto molti maleducati che alzavano la voce chiamando gli amici, oppure ridevano sguaiatamente. A voi farebbe piacere se facessero lo stesso in una Chiesa? Anche se i giapponesi sono talmente gentili ed educati da non esternare il fastidio, non è comunque un buon motivo per comportarsi come dei barbari (vale anche per geisha e maiko, in caso abbiate in programma anche un viaggio a Kyoto).
Nel Tempio di Sensoji potete scattare fotografie quasi dappertutto. Laddove non è possibile, viene segnalato chiaramente, per cui non si corre mai il rischio di compiere qualche gaffe!
Terminata la visita a Sensoji, potreste fare una passeggiata nel distretto di Asakusa. Ci sono tanti risciò, ma dal momento che è piacevole esplorare a piedi, noi non abbiamo voluto farne uso. Questo quartiere, che una volta ospitava tanti teatri e un popolare distretto a luci rosse, è stato quasi completamente raso al suolo dai bombardamenti aerei nel corso della Seconda Guerra mondiale.
Le zone nelle immediate vicinanze del tempio sono state però ricostruite, e quindi troverete botteghe ed abitazioni tradizionali nelle quali perdervi per un po’.
Mentre passeggiate per tornare alla stazione di Asakusa, guardate dall’altro lato della strada, proprio di fronte all’ingresso della stazione. Quel palazzo dall’architettura particolare è l’Asakusa Culture Tourist Information Center. Aperto nel 2012, questo palazzo di otto piani offre ai visitatori wi-fi gratuito, interessanti mostre sulla storia di Asakusa… e un terrazzo fantastico dal quale scattare fotografie dall’alto.
L’accesso è gratuito, e se avete voglia di un gelato c’è un piccolissimo café che affaccia proprio sul tempio. Potete usare l’ascensore per raggiungere l’ottavo piano e la terrazza panoramica. Se il cielo è limpido da qui si vede anche l’imponente Tokyo Skytree, oltre a Sensoji!
Nakamise non vi è bastata? A Shin-Nakamise, un ampio mercato coperto che affaccia sulla stazione di Asakusa, troverete tante botteghe (ce ne sono alcune che vendono pacchetti di tè profumatissimi!) e ristorantini! Anzi, se avete fatto colazione presto al mattino, approfittatene. Il vostro prossimo obiettivo è infatti il Tokyo National Museum. All’interno troverete solo un piccolo café e un ristorantino.
Ci sono poche opzioni in menu e tendono a finire i piatti popolari piuttosto presto, quindi rischiereste di saltare il pranzo o di dover aspettare di finire la visita al museo per concedervi uno snack! Fermatevi quindi a pranzo ad Asakusa, oppure acquistate un bento da consumare nella zona del museo nazionale. Lo trovate a Ueno Park (a circa 10 minuti a piedi dalla stazione Ueno), il luogo perfetto per organizzare un pic-nic a base di sushi!
Il biglietto per il Tokyo National Museum costa 620 yen, cifra che può raddoppiare in caso voleste aggiungere al biglietto regolare anche le mostre temporanee. E’ aperto dalle 09:30 alle 17:00, ma potrete entrare solo fino a mezz’ora prima rispetto alla chiusura. Il venerdì chiude quasi sempre alle 20:00 (controllate sempre sul sito ufficiale) e nei fine settimana o nei festivi chiude alle 18:00.
Il museo mette a disposizione dei visitatori delle audioguide in inglese. La maggior parte dei cartelli all’interno è comunque stata tradotta in inglese: anche se non parlate bene la lingua, il Museo nazionale di Tokyo merita comunque una visita. La parte che ci ha colpiti di più è quella relativa alla cultura e alla storia del Giappone. Quindi studi sulla calligrafia, ma anche meravigliosi kimono, ornamenti per capelli, oggetti di vita quotidiana, fino alle magnifiche armature di samurai, le katane… e una fantastica sezione sul teatro kabuki!
Se vi interessano lezioni di calligrafia, l’arte di indossare un kimono e lezioni di cucina giapponese, noi abbiamo trovato una “scuola per turisti” carinissima quando abbiamo visitato l’isola di Miyajima!
Impiegherete almeno due ore per visitare il Museo nazionale di Tokyo, e dovreste quindi avere tutto il tempo per dirigervi verso quella che viene definita la zona nerd di Tokyo: Akihabara!
Ancora una volta, se avete un Japan Rail Pass la corsa fino a qui è gratuita. La stazione di Akihabara infatti è servita da molte linee della JR ed è situata proprio nel bel mezzo della zona “divertente”. Accanto all’uscita della stazione troverete infatti subito un Gundam Café (ulteriori dettagli al giorno 3!) e a due passi anche ill grande palazzo dei videogame SEGA.
Akihabara è il distretto di Tokyo dove probabilmente c’è il più alto numero di sale giochi di Tokyo, il cuore pulsante della cultura otaku. Noi abbiamo trovato molti souvenir dal Giappone carinissimi (dalle calamite da frigo in legno ai kimono e alle bambole Kokeshi) a prezzi piccolissimi. Ci sono anche molti negozi tax free.
Ciò significa che all’acquisto non vi verranno fatte pagare le tasse giapponesi (un po’ come la nostra IVA). Alcuni negozi impogono un minimo di spesa, che viene sempre indicato chiaramente alle casse. All’acquisto, lo scontrino vi verrà attaccato nel passaporto (è indispensabile averlo con sè) e timbrato. In aeroporto, alla fine del viaggio, dopo i controlli di sicurezza gli addetti della dogana ispezioneranno il passaporto per staccare gli scontrini relativi agli acquisti tax-free.
Molte persone vengono ad Akihabara per cercare parti di computer (anche usate) e soprattutto fotocamere o obiettivi. Anche noi abbiamo voluto dare un’occhiata, attirati dai tanti post letti online. Provate un po’ di Canon mirrorless (volevamo comprare una Canon EOS M50 o Canon EOS M6 ma abbiamo finito con l’innamorarci di una meravigliosa Fujifilm XT100 che portiamo sempre con noi).
Ebbene, non ci crederete ma comprare online, con garanzia italiana, ci sarebbe costato meno che acquistare in Giappone, con una garanzia limitata. Vi suggeriamo quindi di effettuare sempre un confronto con un rivenditore italiano online quando trovate offerte all’estero (non solo in Giappone!), per assicurarvi che ne valga davvero la pena!
La strada principale di Akihabara, Chuo Dori, viene chiusa al traffico alla domenica, dalle 13:00 alle 18:00 (fino alle 17:00 da ottobre a marzo), in quanto questa zona di Tokyo è talmente affollata che diventa una piccola giungla. La vita notturna ad Akihabara è piena di colori, di neon e di persone in cosplay, per cui se vi va di respirare quest’atmosfera e regalarvi qualche ora di divertimento, vi consiglio di cenare qui. Ci sono tantissimi ristoranti per tutte le tasche e anche molto street food, avrete l’imbarazzo della scelta!
Se gli alti grattacieli che ospitano le sale giochi sono antri del divertimento, è bene affrontare i maid café con cognizione di causa. Lungo Chuo Dori (e non solo) si incontrano tante ragazze che indossano uniformi da cameriera, e che sembrano essere saltate fuori dalle pagine di qualche manga. Pubblicizzano dei café nei quali si viene serviti da cameriere che per tutto il tempo si rivolgeranno a voi con epiteti come “padrone”… se pagate qualche piccolo extra.
Abbiamo vissuto l’esperienza del maid café al Lucca Comics and Games, ma la versione nostrana, seppur riveduta e corretta, è molto più economica rispetto a quella giapponese. E’ indubbio che si tratti di un’esperienza fuori dal comune, ma bisogna fare molta attenzione al costo finale: ogni piccolo extra vi costerà un bel gruzzoletto e rischiate di vedervi arrivare un conto salatissimo senza neanche sapere come avete fatto a spendere tanto!
Un’opzione sicuramente nerd e molto più economica è un manga cafè. Ad Akihabara ce ne sono tantissimi. Si tratta di café nei quali viene offerto il wi-fi gratuito (magari per controllare un po’ di cose su Amazon in vista del prossimo acquisto!), e una pila di manga (anche in inglese) da leggere mentre si sorseggia la propria bibita. Se siete fortunati avrete anche a disposizione una saletta nella quale guardare introvabili DVD con lungometraggi anime mai arrivati in Italia!
Giorno 3: Una giornata a Odaiba
Probabilmente avrete già capito che siamo due eterni bambinoni. Vi lascio immaginare quanto ci è sembrato interminabile il viaggio da Tokyo a Odaiba: non stavamo più nella pelle!
Questo grande distretto, tutto dedicato all’entertainment, si trova su un’isola artificiale nella baia di Tokyo. Se avete (per noi è stato fondamentale per risparmiare sul trasporto pubblico) un Japan Rail Pass ci sono svariate linee JR che collegano molte parti di Tokyo con Odaiba. Un altro modo per arrivarci è attraversando a piedi il Rainbow Bridge, e un altro ancora è sfruttando un taxi acquatico (Tokyo Water Bus) che collega la città all’isola del divertimento.
Noi abbiamo scelto di raggiungere Odaiba in treno, perché… sapevamo che avremmo zompettato allegramente per tutta la giornata, da una sala giochi a un centro commerciale, passando per negozi a tema e robottoni. Stancarci prima del tempo non era in programma! Odaiba è infatti piuttosto grande, per cui c’è da camminare tanto, anche se volete soltanto dare un’occhiata alle attrazioni principali.
Il suggerimento che mi sento di darvi è di raggiungere l’isola con un treno o con un taxi acquatico. Visitatela, e alla sera, in base a quanto siete stanchi, decidete se avete ancora voglia di attraversare a piedi il Rainbow Bridge!
Non intendiamo mentirvi, anche se sappiamo che probabilmente non incontreremo il consenso di tutti… Odaiba è stata la parte di Tokyo che ci è piaciuta di più. Io e Aldo siamo cresciuti guardando i cartoni animati giapponesi (anime) alla tv e abbiamo ancora oggi una certa fissazione coi robottoni (si, tipo Transformers e Pacific Rim!). Era quindi scontato che appena approdati a Odaiba ci saremmo fiondati a Diver City Tokyo Plaza. Il motivo risiede in due parole. Gundam. Unicorn.
Appena usciti dalla metro però la delusione è stata cocente. Ma come, dov’è il robottone gigante? Si vedevano soltanto enormi grattacieli e una ruota panoramica. Abbiamo dovuto utilizzare Maps per arrivare alla “Gundam base“, e soltanto dopo aver attraversato un ponte abbiamo finalmente scorto la sagoma nascosta dai grandi palazzi. Una statua a “grandezza naturale” (alta 19,7 metri) dell’RX-0 Gundam Unicorn, completamente bianco.
Ci siamo sentiti piccoli… non solo di dimensioni, ma anche col cuore! Questo colosso di metallo sembra quasi il guardiano di Odaiba, dal momento che è voltato verso la baia di Tokyo, ed è la replica fedelissima del robottone della Sunrise. I fan raccolti intorno alla statua andavano dai bambinetti appena usciti dal passeggino ai vecchietti con il bastone. Tutti avevano negli occhi lo stesso sguardo sognante: Gundam a quanto pare unisce tutte le generazioni!
Ogni 30 minuti Gundam Unicorn regala un piccolo spettacolo imperdibile a tutti i suoi fan. Dalla modalità Unicorn si trasforma in modalità Destroyer. Significa che oltre 50 parti della imponente armatura (inclusi l’elmo e il corno) si muovono e si illuminano di rosso, attivando la modalità da combattimento del “robottone“.
Credo di non aver mai visto in vita mia così tante persone col naso per aria, lo sguardo fisso e la bocca aperta! Quando il corno si è aperto rivelando la V di Gundam, il coro di “oooooh” sembrava quasi organizzato a tavolino! (Via, è il momento delle confessioni: a noi lo spettacolo è piaciuto così tanto che l’abbiamo visto tre volte. Siete autorizzati a prenderci per matti!)
La programmazione degli spettacoli di Gundam Unicorn è facile da ricordare: dalle 7:30 alle 21:30, ogni mezz’ora, tutti i giorni.
Accanto alla statua di Gundam c’è un Gundam Cafe nel quale si possono comprare un po’ di oggetti a tema, un caffè o qualcosa da mangiare, guardando le puntate originali dell’anime di Gundam. Eppure se il Gundam Cafe di Akihabara era assai più tranquillo, in quello di Odaiba la fila era lunghissima! Abbiamo letto che c’è chi aspetta anche un’ora e mezza prima di potersi sedere.
A Tokyo ci sono tanti café a tema, ma se non volete farvi mancare quello di Gundam, allora andate a quello di Akihabara. Noi ci abbiamo pranzato (fanno un kakiage-don fantastico!) e l’abbiamo trovato tranquillo, nerdissimo e divertente. I prezzi di bibite e portate sono assolutamente nella media!
All’interno di Tokyo Diver City (l’ingresso è proprio alle spalle del Gundam) hanno un enorme negozio a tema che non vi farà rimpiangere il non essere entrati al café. La Gundam Base Tokyo, al settimo piano del centro commerciale, è specializzata in modellini di qualunque tipo, action figure, gadget e set tematici. Troverete anche una zona in cui viene mostrato come si creano i pezzi per i modellini, e un piccolissimo “cinema” nel quale assistere alla proiezione del “making of” della statua.
Se viaggiate in coppia e non siete nerdissimi come noi, potete lasciare la dolce metà a sbavare davanti alle vetrinette della Gundam Base e concedervi un pancake al Cafe de Miki, anche conosciuto come l’Hello Kitty cafe! Si trova al quarto piano del centro commerciale Diver City ed è carinissimo (oltre ad avere tanti posticini nei quali scattare foto per Instagram)!
Preparano pancake con impresso il disegno di Hello Kitty, panini leggeri per pranzo, frutta fresca, tè e dolcini. All’interno di Diver City Tokyo c’è anche un Sanrio store nel quale comprare carinissimi souvenir di Hello Kitty, My Melody, Little Twin Stars, Cinnamoroll e tanti altri. Credetemi sulla parola: c’è davvero qualunque cosa! Dagli oggetti introvabili a quelli più impensabili, come la salsa di soia di Hello Kitty, è un vero e proprio paradiso in rosa!
Una piccola nota per tutti gli appassionati dei personaggi Sanrio: se avete intenzione di visitare Osaka, aggiungete in programma una giornata agli Universal Studios Japan. Non solo c’è un enorme negozio a tema, ma anche molti café (vendono persino dolcini di Hello Kitty!). Il bonus enorme è che i personaggi Sanrio più amati vengono celebrati anche dalla parata notturna agli USJ e in alcuni eventi che si ripetono durante l’anno!
Dal momento che ci sono tante cose da vedere a Odaiba, avete molte opzioni per decidere come trascorrere la giornata in questo enorme parco giochi a cielo aperto.
Se volete scattare qualche bella fotografia del Rainbow Bridge, e della replica della Statua della Libertà che si staglia proprio in direzione del ponte, dovrete dirigervi verso Odaiba Seaside Park. Qui trovate anche Tokyo Joypolis, un grande palazzo dedicato interamente ai videogiochi (inclusi alcuni con VR). Il biglietto di ingresso costa 800 yen per gli adulti e 500 per i bambini (da 7 a 17 anni), ma non include nessuna attrazione: i biglietti aggiuntivi per ogni videogioco vanno acquistati all’interno alle macchinette automatiche. Sul sito web ufficiale ci sono spesso in offerta pacchetti ingresso + biglietti per i videogame.
Viaggiate con bimbi più piccoli o non vi interessa la realtà virtuale? Allora sempre a Odaiba Seaside Park date un’occhiata a Sony Explora Science, un padiglione interamente dedicato a scienza e tecnologia. Non è enorme ma i bambini lo adorano ed è una di quelle attività prettamente “per famiglie” che interessano anche i grandi.
Non lontano da Joypolis c’è anche un Legoland Discovery Center (i biglietti partono da 1950 yen a persona, se comprati online), ovvero un parco giochi a tema Lego: non lo abbiamo visitato ma ci è stato detto che è prettamente per bambini!
Continuate a passeggiare (che vi avevo detto?!?) e arriverete a Palette Town, un enorme centro commerciale e zona dedicata al divertimento. La riconoscete da grande distanza, grazie alla ruota panoramica che è il fiore all’occhiello di uno dei parchi di Palette Town, il Tokyo Leisure Land. Si tratta di un parco giochi “vecchio stampo“, con freccette, una sala da bowling e tante altre attrazioni che in questa zona così tanto moderna e digitale sembrano a dir poco… vintage!
A noi è piaciuto molto il Toyota Mega Web (ingresso gratuito), un grande centro Toyota all’interno di Palette Town. Vi si accede tramite una mostra sempre aperta che si chiama “History Garage” (anche questa gratuita) e che vi lascerà passeggiare per le strade di una Tokyo dei primi anni del ‘900, magistralmente ricostruite, alla scoperta di automobili che hanno fatto la storia. Il Mega Web di Tokyo però è anche molto altro. Ci trovate simulatori divertenti, potrete provare auto Toyota (serve una patente internazionale, e si guida a sinistra!) e scoprire le ultime novità.
Usciti dal Mega Web vi troverete direttamente dentro il Venus Fort Odaiba. E’ un centro commerciale progettato per assomigliare all’Europa del XVII° secolo… tuttavia forse perché siamo stati tante volte a Las Vegas… a noi è sembrato più come il casinò Caesars Palace di Las Vegas che come una vera città Europea!
Venus Fort è uno shopping center molto famoso in Giappone e definito anche “il paradiso dei cani“. Il motivo è presto detto: qui si fanno acquisti e si cena nei ristoranti con i propri cani. Non c’è nessun cartello che vieta l’accesso al miglior amico dell’uomo e così i giapponesi scelgono Venus Fort per aiutare i propri cani a socializzare, per portarli fuori a cena… e magari per regalargli una seduta dal toelettatore o qualche vestitino nuovo. Non abbiamo mai visto così tante boutique per cani tutte insieme!
Odaiba è piena di ristoranti e fast food. Troverete opzioni per tutte le tasche. Per cui quando avete fame, che sia a pranzo o a cena, cercate la food court dello shopping center più vicino e date un’occhiata. In ognuno di quei mega-centri per il divertimento ci sono sempre una o due food court con ristoranti giapponesi o internazionali!
Giorno 4: Meiji Jingu, Yoyogi park e Shinjuku
Mentre stavamo preparando uno schema per decidere cosa visitare a Tokyo abbiamo guardato il calendario. Il nostro quarto giorno in città sarebbe capitato di domenica, e allora è stato automatico inserire in itinerario il santuario Meiji Jingu! Il motivo principale, all’epoca, era che questo santuario è vicinissimo a Yoyogi park, e in genere alla domenica è molto probabile incontrare cosplayer e loli girls. Dal momento che questo genere di sottocultura pop giapponese ci è sempre piaciuta, ci siamo detti che sarebbe stata l’occasione perfetta!
Yoyogi Park è anche un posto molto famoso a Tokyo per l’hanami, ovvero l’osservazione dei ciliegi in fiore in Giappone: attenti però, può essere molto affollato in primavera!
Man mano che il viaggio proseguiva, però, si è aggiunto anche un secondo motivo per questa visita domenicale. La nostra estate in Giappone si è da subito dimostrata inclemente, con temperature anche di 38° C e tassi di umidità folli. A Napoli c’è sempre il sole e da napoletani eravamo convinti di esserci abituati, ma abbiamo dovuto ricrederci: non eravamo preparati a quell’ondata di calore anomala. Ecco quindi che una passeggiata all’ombra, tra santuario Meiji e Yoyogi park è sembrata improvvisamente molto più allettante!
Il Santuario Meiji Jingu è vicinissimo alla stazione Harajuku, sulla linea JR Yamanote (ovvero corsa gratuita se avete il Japan Rail Pass!). Il grande torii che dà il benvenuto ai visitatori è infatti a pochi passi dall’uscita della stazione stessa. Il complesso principale del santuario si trova a una decina di minuti a piedi dal torii.
La passeggiata però è davvero piacevole e semplice. In piano e all’ombra di alti alberi frondosi, è sembrata ben diversa da quella che ci ha portato a Sensoji. Se nel tempio più famoso di Tokyo la parola d’ordine era “folla“, a Meiji Jingu, complice anche l’orario (per sfuggire al caldo di Shibuya siamo arrivati al santuario molto presto), c’era una grande tranquillità. Tante famiglie, coppie a passeggio, ancora pochi turisti e soprattutto… silenzio. Sembrava di essere lontani mille miglia dalle affollate strade di Tokyo.
Lungo il sentiero per il santuario noterete due pareti ricoperte di barili colorati. Sono i kazaridaru (barili decorativi). Qualcuno pensa si tratti “soltanto” di barili di sake, ma in un santuario giapponese ricoprono un vero e proprio ruolo spirituale.
In Giappone il sake è sempre stato un mezzo per avvicinare gli uomini agli dei. Pertanto durante alcuni festival e cerimonie, i monaci dispensano saké ai fedeli, per renderli felici e più vicini agli dei. In tempi moderni sono le stesse distillerie a regalare ai santuari bottiglie di sake e barili decorativi, come offerta agli dei. Ebbene a Meiji Jingu questi barili vengono legati insieme e messi in mostra sui due lati del sentiero, così da accompagnare i visitatori per un pezzetto di strada.
All’interno del complesso principale del santuario, a tutti è consentito prendere parte alle tipiche attività scintoiste, come acquistare portafortuna, scrivere il proprio desiderio su un ema o elargire offerte. Ma uno dei punti a favore di una visita di buon mattino è che si ha spesso la possibilità di assistere a un matrimonio giapponese tradizionale, o a un Miyamairi, una cerimonia simile al battesimo cristiano.
Siamo stati abbastanza fortunati da partecipare alla gioia di una giovane coppia che si è unita in matrimonio indossando i kimono tradizionali. Confesso che fino a quel momento avevamo visto i kimono da matrimonio solo… indosso alle bambole kokeshi! E’ stato bellissimo e il sorriso radioso degli sposi ha commosso molti dei presenti!
Non serve che vi ricordi di mostrare il massimo rispetto e di non scattare foto ai bambini o agli sposi senza prima aver chiesto il permesso, vero?
Purtroppo la Treasure house di Meiji Jingu era chiusa quando abbiamo visitato il santuario. Lo stanno preparando per il centesimo anniversario, che cadrà nel 2020 e pertanto alcuni degli edifici resteranno chiusi fino a ottobre 2019. Tuttavia i giardini interni (Inner Garden) sono visitabili. Si tratta dell’unica zona di Meiji che richiede l’acquisto di un biglietto (500 yen), ma erano già affollati e così abbiamo preferito passeggiare fino a Yoyogi park. Con il nostro bel vassoietto di takoyaki (palline di polpo in pastella) abbiamo pranzato sull’erba, accanto al laghetto e lontano dal traffico di Tokyo.
I turisti in questa zona erano davvero pochi… non sanno cosa si perdono! Purtroppo non siamo riusciti a incontrare neanche una loli girl, ma non ci siamo affatto pentiti della nostra scelta. Yoyogi park e il santuario Meiji meritano assolutamente una visita!
Ricaricate le batterie, abbiamo deciso di concludere la giornata in una zona completamente diversa: Shinjuku. Anche in questo caso è servita abbondantemente da varie linee JR incluse nel nostro JRP, quindi ci siamo consentiti il lusso di salire e scendere dalla metro per esplorare varie zone di questo distretto.
La verità è che poter usufruire di un trasporto pubblico capillare è assolutamente fantastico. Pensiamo di voler visitare “tutto”, ma quando si parla di grandi metropoli come New York o Tokyo… le distanze tra una cosa e l’altra possono rappresentare un problema per i nostri piedi! Visto poi che in Giappone il trasporto pubblico è preciso al secondo, pulito e capillare, perché non sfruttarlo?
La prima cosa che siamo andati a vedere, dopo aver tanto letto di Godzilla su alcuni blog italiani, è stato l’Hotel Gracery. Per arrivarci basta scendere alla stazione Shinjuku. Ecco, questo è uno dei casi in cui ci aspettavamo molto di più dai giapponesi. Pensavamo di trovarci davanti a qualcosa di almeno paragonabile al Gundam Unicorn, e invece… tutto ciò che abbiamo visto è una testona semi-nascosta dai palazzi, accanto a un enorme poster di Tom Cruise in Mission Impossible – Fallout (la testa di Godzilla è visibile dall’ingresso dei Toho Cinemas, lungo Kabukicho dori).
Di quando in quando la testa si “anima“, iniziando a ruggire ed emettere fumo. Dal momento che quando abbiamo visto questo spettacolo c’era tanto caos ed era prima del tramonto, il ruggito non ci è sembrato poi tanto inquietante, il fumo si è dissolto quasi subito e i laser non li abbiamo visti per niente. Che delusione! Dopo Gundam ci voleva ben altro per impressionarci!
Se tuttavia siete dei mega-fan del lucertolone, invece di spendere un capitale per alloggiare nelle stanze a tema Godzilla, entrate nei Toho Cinemas. Troverete un corridoio per arrivare dal lato dell’Hotel Gracery e lì potrete prendere l’ascensore fino all’ottavo piano, dove c’è la reception. Anche se non alloggiate all’hotel potrete guardare tutte le miniature e la hall a tema Godzilla. Pensate che ci sono le locandine di tutti i film dal 1954, ma anche tanto merchandising e torte a tema… lucertolone!
Shinjuku è una delle grandi zone per il divertimento e lo shopping a Tokyo. Dal momento che ci siamo stati di domenica pomeriggio, era anche piuttosto affollata. Eppure la folla era costituita da giovani (e giovanissimi) giapponesi, più che da turisti. Abiti colorati, uno stile unico, a volte con pettinature che osavano il colore “arcobaleno”: osservare la folla a Shinjuku è davvero interessante!
Se siete nerd come noi, anche qui troverete molte cose interessanti da fare. A Kabukicho, quartiere così chiamato per via del teatro kabuki, troverete love hotel e la zona a luci rosse. Sebbene sia davvero tranquilla, soprattutto di giorno, magari non è il caso di esplorarla con dei bambini. Anche solo per evitare di dover rispondere a domande imbarazzanti!
C’è però il Samurai Museum da esplorare: non solo lasciano indossare pezzi di divisa, elmi e kimono per scattarvi delle foto (gratuitamente!), ma ogni 10-20 minuti le guide accompagnano i visitatori in gruppi per raccontare aneddoti relativi a questo piccolo ma interessante museo. Il biglietto costa 1900 yen per gli adulti e 800 yen per i bambini al di sotto dei 12 anni.
Volete lanciarvi nel nerding nudo e crudo? Tokyo è una delle capitali nerd per eccellenza, quindi non delude mai!
Tre delle attività nerd più gettonate a Shinjuku sono i videogiochi, il Robot restaurant… e il canto a squarciagola.
Riguardo alla prima è degno di nota VR Zone Shinjuku, un complesso per appassionati di videogiochi che vogliono provare le ultime novità in fatto di tecnologia VR. Ogni videogioco ha una vera e propria lista d’attesa consultabile online, quindi va prenotato in anticipo.
L’unico punto a sfavore di VR Zone è che il biglietto d’ingresso che include tre videogiochi (l’opzione più economica possibile, acquistabile online) costa 3300 yen. Se però si vogliono provare le ultimissime novità, i biglietti vanno comprati a parte e costano quasi quanto il pacchetto base! Diciamo che non è proprio un’opzione appetibile se avete un budget ridotto.
Sfortunatamente anche il Robot Restaurant Shinjuku è piuttosto costoso. Avrete sicuramente visto questo “carnevale trash” sui social. Si entra in una stanza al buio, che viene illuminata da attori, ballerini e strambi macchinari ricoperti di neon.
Qualcuno richiama palesemente personaggi di manga famosi, altri semplicemente strizzano l’occhio alla cultura otaku. Il fatto è che il biglietto costa 8000 yen, a cui si devono aggiungere eventualmente altri 1000/1500 yen per una bento da consumare in sala. Dal momento che la musica è davvero altissima, che il pubblico tende a essere rumoroso e che le luci strobe possono dare fastidio, non è proprio un posto consigliato alle famiglie!
In caso decidiaste di andare, date un’occhiata qui. Il prezzo del biglietto per lo spettacolo è molto scontato rispetto a quello che paghereste al botteghino a Tokyo. Per risparmiare ulteriormente, acquistate una bento all’esterno o cenate a base di takoyaki!
Noi che abbiamo deciso di fare?
Beh… avevamo un’altra esperienza da cancellare sulla nostra bucket list. Quindi per la nostra serata a Shinjuku abbiamo optato per il karaoke giapponese!
In Giappone il karaoke è molto popolare e divertentissimo. Ben diverso dal karaoke in bar e pub a cui ci hanno abituati qui in Italia, quello in Giappone è assai meno “imbarazzante“. Ai clienti viene infatti assegnata una stanza (la grandezza varia in base al numero dei partecipanti) nella quale poter cantare a squarciagola o semplicemente rilassarsi sgranocchiando qualcosa.
La permanenza minima è 30 minuti e appunto questa è l’unità di misura per il pagamento della stanza. Alcuni karaoke offrono bibite gratuite, altri hanno dei piccoli bar o ristoranti nei quali comprare bento o snack. Moltissimi hanno l’opzione “free refill“, per cui una volta acquistata una bibita potrete riempirvi il bicchiere all’erogatore tutte le volte che volete. Dal momento che ci si va per cantare, è fondamentale!
I prezzi sono molto più economici di quanto potreste pensare. Per noleggiare una sala durante la settimana, entro le 19:00, il prezzo in media è di 120 yen a persona ogni mezz’ora. Dopo le 19:00, in settimana, si pagano in media 500 yen, ma sono tanti i giovani che scelgono di trascorrere una serata di gruppo qui, lontano dalle folle e con l’aria condizionata!
Noi abbiamo optato per il Karaoke Kan, un famosissimo franchise giapponese, che non solo è economico, ma offre anche sale a tema futuristico/spaziale.
Non preoccupatevi: vi sentirete “troppo vecchi” soltanto fino a quando non si chiuderà la porta della vostra karaoke room!
Giorno 5: Il Museo Ghibli e “la città dei gatti”
Ci sono certamente tante cose da vedere a Tokyo (dopotutto è una metropoli enorme), ma ce n’è una che proprio non potete perdervi. Che siate bambini un po’ cresciuti o meno, meritate di passeggiare all’interno di una fiaba, diversa da tutte quelle che vi sono state raccontate.
Nel 2001 il regista e animatore Hayao Miyazaki ha aperto quella che è una vera terra dei sogni. Ispirandosi ai mondi fantastici creati dallo studio di animazione giapponese, Studio Ghibli, ha istituito il Museo Ghibli a Inokashira Park, a Mitaka (Tokyo). Doveva essere un posto nel quale i visitatori dovessero essere parte di una storia, dalle terre del Mio vicino Totoro alla Principessa Mononoke, fino a Ponyo sulla scogliera e tanti altri.
Il museo degli Studi Ghibli è un museo per bambini, un museo della tecnologia e un museo dell’arte, tutto in uno. All’interno c’è anche un café (c’è da innamorarsi anche solo del mega-Totoro vicino alla porta d’ingresso), una libreria, un giardino sul tetto e un piccolo cinema nel quale è possibile guardare brevi episodi dello Studio Ghibli in esclusiva per il museo.
Dal momento che viene venduto un determinato numero di biglietti al giorno, è importante non solo acquistarli con largo anticipo, ma anche cercare di essere il più possibile flessibili, per avere maggiori possibilità di accaparrarsene uno. Quindi nel caso di un itinerario del genere per un viaggio a Tokyo, potreste spostare tutto e visitare il Museo Ghibli il primo giorno, se dovesse essere necessario!
I biglietti vengono messi in vendita tre mesi prima e il consiglio spassionato è di acquistarli immediatamente. Potete cercare un’agenzia autorizzata che li acquisti per voi, in Italia, oppure sfruttare un servizio terzo che offra sia il viaggio fino al Museo Ghibli (da Tokyo) che i biglietti. Questa è un’opzione molto gettonata, soprattutto perché a differenza di alcune agenzie di viaggio, non vi sono spese di pratica ed anche il viaggio incluso è molto conveniente. Qui potete trovare prezzi e disponibilità dei biglietti per il Museo Ghibli (con il pacchetto viaggio).
Ora, nonostante io nutra sentimenti contrastanti riguardo agli animal café, sono il tipo di persona che, quasi masochisticamente, sceglie di andare a vedere di persona come vengono trattati gli animali (male, in molti casi). Poi dopo essermi arrabbiata, rattristata e di nuovo arrabbiata, parto con lettere, petizioni, articoli e tutto quanto è in mio potere: perché la gente deve sapere.
Ultimamente siamo stati fortunati e abbiamo visitato alcuni cat café molto carini, come quello di Milano e quello nel Northern Quarter di Manchester (Regno Unito). Mi ha incuriosita, prima di partire per Tokyo, una valanga di articoli della stampa italiana riguardo a quella che veniva definita la “Città dei gatti“. Secondo qualcuno in questo luogo “magico” alcuni buoni samaritani avrebbero accolto dei gatti per occuparsi di loro, costruendogli una specie di piccola città a misura di gatto, che somiglia un po’ al Museo Ghibli.
Dal momento che la notizia ci aveva incuriositi e che il Kichijoji Petit Mura è vicino al Museo Ghibli, abbiamo deciso di andare a verificare di persona. Se ci seguite su Instagram infatti saprete che adoriamo i nostri pelosi e pubblichiamo spesso Instagram Stories con loro: se esiste una città di buoni samaritani che si occupano dei baffuti, va da sé che vogliamo vederla coi nostri occhi.
Non vi dirò che sono rimasta tremendamente delusa, perché non voglio mentirvi. Mi sono divertita, ovviamente, perché quando ci sono i gatti mi diverto sempre (basta poco per rendermi felice!), tuttavia… non esiste nessuna “città dei gatti” (sulla nostra IGTV e su Facebook trovate i nostri video su questo posto!).
Una volta arrivati al Kichijoji Petit Mura non potrete non notare che la facciata esterna somiglia proprio a quelle del Museo Ghibli. Una gentile cameriera ci ha mostrato l’interno. A sinistra c’è una deliziosa sala da tè nella quale sorseggiare una buona tazza di matcha sentendosi come in una piccola caverna all’interno di un tronco cavo. A destra una scala a chiocciola porta a una “stanza nella torre” (minuscola) nella quale c’è il negozietto di merchandising a tema gattoso.
Superato un ponticello in pietra, accanto a una grande statua di gatto, c’è il Temari no Oshiro Cat Café. I gatti non possono affatto girare liberamente come affermato dalla stampa italiana, ma restano all’interno… di un normalissimo Cat Café. I buoni samaritani non c’entrano proprio niente.
Ad ogni modo, una volta superata quella che sembra la porta per il regno delle fatine, è necessario togliere le scarpe e disinfettare le mani. Quindi viene assegnato un numero su un bigliettino, e finalmente si può entrare nel Cat Café, oltre un’altra porta.
Appena entrati in quella che sembra la versione di una casa sull’albero dello Studio Ghibli ci siamo trovati davanti un gattone cicciottoso che dormiva in una nicchia, tutto appallottolato. Ci studiava con un occhio soltanto mezzo aperto e la zampa a nascondere sul muso, l’equivalente felino di “do not disturb“. Un’altra cameriera ci ha raggiunti e ci ha accompagnati a un tavolino, chiedendo di vedere il numero assegnatoci all’esterno.
C’è un menu con bibite fredde e calde, cocktail analcolici e opzioni sfiziose per pranzo/cena, ma non è obbligatorio ordinare. Potete anche soltanto entrare, pagando unicamente la tassa d’ingresso, e restare a giocare coi gatti senza consumare niente.
L’interno del Temari no Oshiro Cat Café è davvero delizioso. Quasi ci si aspetta di veder spuntare Totoro. Alcuni tavoli sono sistemati all’interno di piccole capanne, c’è un piano superiore e un’apertura centrale intorno al “tronco” dell’albero, con delle scalette che consentono ai gatti di arrampicarsi e andarsene a zonzo.
Le regole della casa sono che è vietato disturbare i gatti che dormono o prenderli in braccio, così come è vietatissimo dar loro da mangiare (a meno di non comprare dei piccoli snack “autorizzati” venduti al cat café), tanto che quando vengono servite le pietanze o le bibite, al tavolo portano sempre anche una cupola “a prova di zampette”. Sappiate comunque che i monelli coi baffi tenteranno il tutto per tutto, per cercare di rubarvi le crocchette al pesce!
Ci ha colpiti molto l’ambiente tranquillo, silenzioso e rilassato. Fuori faceva caldo, dentro l’aria era fresca, e non c’era neanche un turista. Sembrava piuttosto essere un punto di ritrovo per gruppi di amiche giapponesi (gli uomini erano davvero pochissimi), tanto che immagino in molti si siano chiesti cosa ci facevamo lì!
Lo staff si prende cura con grande attenzione dei gatti. C’è persino una scheda relativa al cibo: ognuno ha il suo piattino, viene annotato quanto mangiano, cosa e a che ora. E c’è persino l’addetta al controllo delle crocchette, che deve assicurarsi che non si scambino le ciotole!
I gatti non sono randagi come alcuni articoli hanno menzionato, ma di razza. Per la prima volta abbiamo visto anche dei gatti Munchkin e l’unica cosa di cui mi dispiace moltissimo è non essere riuscita a riprendere l’espressione di Aldo quando ne ha notato uno. Il micio stava dormendo nella sua cesta e quando si è alzato (i Munchkin hanno delle zampe molto corte, soprattutto quelle anteriori, e vengono chiamati i “gatti bassotto“), Aldo si è allarmato immediatamente. Che avevano fatto a quel povero gatto? Gli mancavano le zampe anteriori!
A essere onesti, anche se magari non riuscivano a giocare con l’agilità di altri gatti, i Munchkin saltavano piuttosto bene e per tutta la nostra permanenza sono stati i gatti più attivi… ma se lo chiedete ad Aldo, ancora oggi scuoterà il capo con aria triste. “Quel povero gatto…“!
Al Temari no Oshiro Cat Café abbiamo visto alcuni gatti Siberiani, due Maine Coon e alcuni Scottish fold. Stiamo parlando di gatti, ovviamente, quindi decidono loro se e quanto vogliono giocare o essere coccolati. Ma la cosa non sembrava disturbare nessuno.
Chi abita in zona viene qui per rilassarsi e riposarsi, perché magari in casa non può tenere animali. C’è chi viene qui tutte le settimane e ha il proprio micio preferito, chi l’ha eletto a posto preferito per una riunione tra ragazze… insomma, la città dei gatti è diventata un luogo di ritrovo per umani a caccia di un po’ di pace e serenità.
Il biglietto per il Cat Café si paga all’uscita e non è propriamente economico. In settimana si pagano 1200 yen (+ tasse), e 700 yen (+ tasse) se si entra dopo le 19:00, e nei festivi 1600 yen (+ tasse). Una volta entrati non c’è un vero e proprio limite, potete restare tutto il tempo che volete. All’uscita vengono messe a disposizione degli ospiti delle rolline anti-pelo, in caso uno dei siberiani abbia deciso di venire a fare le fusa proprio sulla vostra gonna nera!
Speriamo che questo articolo vi sia utile per programmare una vacanza a Tokyo: qui trovate un itinerario di 14 giorni per un viaggio in Giappone che potrebbe interessarvi!
Nonostante il nostro viaggio in Giappone sia stato gentilmente sponsorizzato da JNTO, come sempre abbiamo voluto esprimere con sincerità il nostro punto di vista. Quindi si, lasciate che siamo un po’ orgogliosi della linea editoriale di Travelling Dany: tutte le opinioni qui espresse sono nostre, non rispecchiano necessariamente quelle di JNTO e ce ne assumiamo la responsabilità!
Fai pin per dopo!
Travelling Dany – Danila Caputo
Danila Caputo è una scrittrice di viaggi bilingue che vive tra Napoli e la Costiera Amalfitana, laureata in Lingue e Culture Moderne all’Università Suor Orsola Benincasa (Napoli). Vive e lavora con suo marito Aldo, fotografo e creator di video. Questo blog racconta le loro avventure nel mondo e offre tanti consigli sui viaggi sostenibili e su come essere viaggiatori responsabili. Trovate tutte le ultime novità sugli ultimi viaggi su Youtube, Instagram e Facebook.